Quanti furono, nel Pinerolese, coloro i quali risposero alla chiamata di Garibaldi nel 1860? Molto pochi, se si pensa che proprio queste terre sono state zone di forti sentimenti liberali e pro-unitari. La mancata risposta all'appello fu dovuta alla forte devozione verso Casa Savoia, da cui i patrioti locali si attendevano, prima o poi, un pronunciamento a favore dell'Unità da raggiungersi nel rispetto della legalità. Poi si deve mettere in conto la tradizionale "prudenza" piemontese, tanto diversa ad esempio dall'"impetuosità" lombarda.
1849, "Proclama di Moncalieri"
I danni di guerra all’Austria (non particolarmente esosi) devono essere pagati, lo stabilisce la Pace di Milano del 6 agosto. La Camera da poco eletta oppone resistenza e non vuole prendere atto della dura realtà. Vittorio Emanuele decide di scioglierla e di indire nuove elezioni per ottenere una Camera più addomesticata (cosa che avvenne).
1849, La Marmora ministro della Guerra
Torino, 17 marzo 1861, Parlamento subalpino nel Palazzo Carignano: «Il re Vittorio Emanuele II assume per sé e per i suoi successori il titolo di Re d’Italia». La nascita dell’Italia fu salutata con 101 colpi di cannone sparati a mezzogiorno dal Monte dei Cappuccini e il fragore delle salve si disperse nel vento di quella tersa domenica di marzo. Ma i lampi degli spari s’irradiarono alla velocità di 300mila chilometri al secondo e dopo due secondi avevano già oltrepassato la Luna.
Notte tricolore
Sarà la Mole antonelliana a segnare l’inizio il 16 marzo la Notte tricolore di Torino. La serata partirà con l’accensione intorno al Monumento dell’anello progettato dagli architetti Italo Lupi, Ico Migliore e Mara Servetto.
Alle 21 il via in piazza Vittorio alla grande kermesse che vedrà protagonisti cantanti del calibro di Roberto Vecchioni, Davide van de Sfroos, Syria e Irene Fornaciari.
Il fante Chiaffredo Picotto partecipò alle guerre di indipendenza e fu insignito della medaglia d’oro al valor militare.
«Carlo Bianco di Saint Jorioz non fu l’inventore della guerra per bande, ma fu colui che per primo in Italia diede una sistemazione teorica a un modo di combattere vecchio come il mondo» affermò lo storico Vittorio Scotti Douglas in un convegno, organizzato da Giovanni Maria Caglieris, che Barge dedicò il 23 aprile 2005 al patriota risorgimentale. Considerato a tutti gli effetti un bargese, d’origine e d’adozione, pur essendo nato a Torino nel 1795. (approfondimenti nell'edizione in edicola)
Quanti furono, nel Pinerolese, coloro i quali risposero alla chiamata di Garibaldi nel 1860? Molto pochi, se si pensa che proprio queste terre sono state zone di forti sentimenti liberali e pro-unitari. La mancata risposta all'appello fu dovuta alla forte devozione verso Casa Savoia, da cui i patrioti locali si attendevano, prima o poi, un pronunciamento a favore dell'Unità da raggiungersi nel rispetto della legalità. Poi si deve mettere in conto la tradizionale "prudenza" piemontese, tanto diversa ad esempio dall'"impetuosità" lombarda.
Quella sera c’era anche il corpo del calzolaio Candido Pavesio, 35 anni, celibe, nato a Stupinigi. Giaceva supino in piazza S. Carlo intorno alle nove del 22 settembre 1864 ferito alla schiena da un colpo di fucile sparato dai soldati di fanteria. Portato all’ospedale S. Giovanni (in quella che oggi è via Giolitti) vi morì appena ricoverato, colpito alle spalle come la maggior parte dei manifestanti.
"Liberatore di Roma", con un diploma conferito nel 1871 e una medaglia, la città di Roma insignì Alessandro Castellaro di una benemerenza. Caporale nel 58º fanteria per aver preso parte alla presa di Porta Pia.
Il bisnonno dei fratelli Castellaro, pinerolesi titolari della storica officina, nato nel 1847, si arruolò nell'esercito sabaudo nel 1869 con ferma 12 anni. Fu congedato nel settembre del 1872 (con il credito di 38,5 lire).
Un altro garibaldino bargese, non rientrante però nell'elenco ufficiale dei Mille, fu Tomaso Borda Bossana, le cui vicende furono ricostruite dal parente Piero Borda Bossana negli Anni '80 del Novecento, quando i discendenti siciliani di tale garibaldino vennero ufficialmente invitati a Barge ed accolti dal sindaco Gontero.