I protestanti italiani come vissero il Risorgimento?
Dora Bognandi e Mario Cignoni
"Scelte di fede e di libertà. Profili di evangelici nell'Italia unita"
ed. Claudiana (euro 15)
Una raccolta di profili di italiani di tutte le condizioni sociali, culturali e lavorative che dagli anni del Risorgimento al Novecento si convertirono alla fede evangelica.
Gli eventi del Risorgimento e l’Unità conseguita nel 1861 consentirono la libera circolazione della Bibbia e l’estensione di una certa libertà religiosa in tutta la penisola, rendendo giuridicamente possibile anche in Italia una scelta di fede libera e personale.
1859, armistizio di Villafranca
La guerra franco piemontese prosegue di vittoria in vittoria ma i morti francesi di Solferino e S. Martino sono troppi e la Toscana e la Romagna insorgono per cacciare il granduca e staccarsi dallo Stato pontificio. Napoleone in accordo con Vittorio Emanuele firma l’armistizio con l’Austria. Cavour è tenuto all’oscuro. L’Austria cede la Lombardia alla Francia che la "gira" al Piemonte. Cavour si dimette, sostituito da Lamarmora. Tornerà al governo nel gennaio 1860 per indire i plebisciti in Toscana e in Emilia per l’annessione al Regno di Sardegna.
Come tutti i momenti fondanti della storia, il Risorgimento ha alimentato letture e scritture di segno spesso diverso. Basta ripercorrere le cronache delle celebrazioni per accorgersi che le attitudini sono mutate nel corso del tempo, riflettendo ogni volta le urgenze del presente.
Tra le figure più rilevanti che hanno operato nel Pinerolese nel XIX sec. si deve annoverare il sesto vescovo, il savoiardo André Charvaz (1793-1870), sulla cattedra di S. Donato dal 1834 al 1847 e in seguito arcivescovo di Genova. Dal 1825 al 1833 fu precettore del principe Vittorio Emanuele, futuro primo re d’Italia, e di suo fratello minore Ferdinando e l’episcopato fu il premio per tale precettorato. A Pinerolo abbiamo quindi avuto… il formatore del formatore d’Italia.
Torino nel 1861 è stata la prima capitale d’Italia e nel 1961 è il simbolo di una società in trasformazione, che tenta di affrontare e cogliere le sfide della modernità. A Torino in quei giorni c’era tutta la nazione in cerca di una rappresentazione spettacolare dei propri caratteri, della propria identità. Italia ’61 è stato un grande evento, che ha visto la partecipazione di oltre sei milioni di visitatori, l'arrivo di personalità della scena internazionale: Le Corbusier, Walt Disney, la Regina Elisabetta.
Nasce in quei mesi anche l’attuale corso Unità d’Italia.
I ricordi di Illustri "over 60" in merito ai festeggiamenti, in particolare a Torino per i 100 anni dell'Unità d'Italia.
Mercedes Bresso
consigliera regionale
Molti lo speravano, altri remavano contro. A conti fatti, il grande entusiasmo e la spontanea partecipazione dei cittadini ai festeggiamenti per il 150º dell'Unità d'Italia, ha spiazzato tutti. E chi se lo aspettava in questo momento, in questo Paese, così apparentemente apatico e demotivato.
Il tricolore nelle sue diverse declinazioni - una semplice bandiera o in altre creative forme - si impone allo sguardo, ai balconi delle private abitazioni come nelle vetrine dei negozi.
"La cucina nell'Italia unita, dalla sabauda alla nazionale" è il titolo del convegno organizzato dall'Accademia italiana della cucina sabato 26 al teatro Carignano di Torino. I lavori si apriranno alle 10,15. Tra i vari e qualificati interventi anche quelli del dirigente scolastico dell'Istituto alberghiero di Pinerolo, Rinaldo Merlone, su "La cucina della nobiltà e della borghesia negli Stati Sabaudi e del primo Novecento". Per info e prenotazioni (ingresso libero su precedente accredito): Promotour, 011 301.8888.
"Protagoniste dimenticate. Le donne nel Risorgimento piemontese" è il titolo della mostra che la Fondazione Cosso inaugurerà sabato 2 aprile al castello di Miradolo in S. Secondo.
Attraverso oggetti e documenti originali, foto e ritratti, si farà luce su quelle "eroine invisibili" che sono state protagoniste della storia risorgimentale del nostro Paese.
Tra le varie sale del castello si ripercorrerà il ruolo privato e pubblico delle donne nell’Ottocento, dagli interni domestici alla vita di relazione pubblica (guerre di Indipendenza, filantropia, assistenza, sanità).