Ricama di blu lo spazio infinito, / come un grande telo avvolge il mondo, / poi lo ricopre di stelle lucenti / che come piccole lucciole / illuminano il firmamento.
Domina su tutto con un silenzio profondo.
La gioiosa primavera / nel cielo sorrideva / ai fiori colorati / come bambini spensierati.
Come una parrucca verde e grande, / l'erba sorgeva.
Il fiume mite e bello / accarezzava l'alberello.
Gli alberi in fila indiana / sono abbracciati come amici sinceri.
Mi sveglio al mattino / mi affaccio alla finestra / e vedo te che scendi / adagio, adagio. / Sei trasparente, chiara / leggera, / e in te mi rispecchio / mentre cadi lieve. / Quando ti guardo / la mia mente / sorvola i pensieri quotidiani / solo per te. / Chiudo gli occhi / mi immagino di essere una nuvola / per vedere te, / cara pioggia.
Il mio coniglio è Faviglio / mangia aglio e beve olio. / Corre come il vento / ma sbatte sempre il mento. / Cade a terra / davanti alla serra. / Si rialza e balza via. / Incontra mia zia Paola / a cui piace la bresaola. / La saluta / e lei lo aiuta. / Lo porta in un prato / dove gli dà un fiore / con tutto il suo cuore.
A scuola abbiamo imparato a cantare la canzone "Il signore di Baux" di Branduardi. Ecco come me la sono immaginata. In una notte scura, ma molto magica, in un castello che era stato abbandonato circa cento anni fa, si formarono nei muri dei quadri con dentro le anime degli abitanti: cavalli, cani da caccia, cavalieri; ma il più importante era il re, chiamato Baux. A mezzanotte loro si sedevano attorno al camino e cantavano a Baux: «Fuoco e calore nelle tue sale, danze, colori e allegria; canti e rumori, suoni di risa, nella tua casa signore di Baux».
Non sono cioccolatini, ma le mini-uova della gallina Carlotta! Misurano 3x2 cm e 2,6x1 cm, e le ha fotografate Alice Barbero (2ªD media "Brignone", Pinerolo)
La vedo: compare tra le nuvole, / la gusto: sembra una forma di formaggio, / la tocco: di cosa è fatta? / La odoro: sa d'infinito; / la sento: è felice di mostrarci la sua faccia illuminata.
Se ne sta lassù impalato, / fermo nell'orizzonte. / Come sfondo un azzurro acceso, / le rosse mele sulla verde collina, / imponente sin dalla prima mattina. / Chissà da quanto tempo è stato piantato, / il mistero si cela nel suo gran fusto striato. / Chissà quante generazioni avrà visto passare, / quante notti avrà visto calare, / quanti inverni avrà sentito arrivare, / a quanti eventi avrà assistito / solitario nel bene e nel male.
Non importa la nazione / per donare il sangue alle persone. / Non importa se brutti o belli / perché siamo tutti fratelli! / Non importa neanche il sesso / perché tutti e due sono lo stesso. / L'importante è donare / per salvare ed aiutare.