Tribunale: processo all'ex direttore dell’Asl To3 Boraso, sentenza lunedì prossimo. Le richieste della Procura

Tribunale: processo all'ex direttore dell’Asl To3 Boraso, sentenza lunedì prossimo. Le richieste della Procura
Martedì 8 Aprile 2025 - 07:10

La sentenza era attesa (o almeno fortemente auspicata) per lunedì 31 marzo. Invece, nonostante un'udienza durata l'intera giornata, per conoscere il verdetto della Terza sezione penale (presidente Immacolata Iadeluca, a latere Federica Florio e Milena Chiara Lombardo) dobbiamo ancora attendere qualche giorno. Parliamo di un processo molto vasto e articolato in più tronconi, che affonda le radici in un’indagine iniziata ben otto anni fa. Riguarda presunte irregolarità in un appalto da 56 milioni per forniture biomedicali e servizi sanitari per l’Asl di Collegno e altre strutture.

Il contratto, assegnato nel febbraio 2018 alla società Althea Italia tramite partenariato pubblico-privato (PPP), prevedeva (tra l'altro) la realizzazione di un reparto di emodinamica e la fornitura di servizi di risonanza magnetica per gli ospedali di Rivoli e Pinerolo, e TAC per quello di Venaria. La Procura (pm Gianfranco Colace) aprì il fascicolo a inizio 2018 dopo un esposto del Movimento 5 Stelle e un'informativa confidenziale, ipotizzando, a vario titolo, i reati di favoreggiamento, rivelazione di segreto d'ufficio, falso, ma soprattutto turbativa d’asta e corruzione.

Cinque imputati: le richieste del pm Colace

Tra i cinque imputati spiccano Flavio Boraso (difeso dall'avv. Vincenzo Enrichens), direttore generale dell’Asl To3 dal primo maggio 2015 al 31 dicembre 2020, e Antonio Marino, ex presidente del comparto Sanità dell’Unione industriale e legale rappresentante di Althea Italia (ad assisterlo, gli avv. Mario Almondo e Paolo Pacciani). Secondo l’accusa, il primo avrebbe favorito il secondo nell’assegnazione dell’appalto, ottenendo in cambio un incarico per un’amica radiologa.

Nelle scorse udienze entrambi hanno difeso la bontà di quel progetto, sostenendone la correttezza delle procedure, le preziose ricadute su utenti e operatori sanitari, e i risparmi per l'Asl. Né le loro parole, né le articolate e puntuali arringhe difensive sono però valse a convincere del tutto il pm Colace che lunedì 31 marzo, dopo circa un'ora di requisitoria, ha concluso chiedendo la condanna di Boraso a un anno per turbativa, la sua assoluzione per la corruzione ("il fatto non sussiste") e il non doversi procedere per intervenuta prescrizione per l'accusa di falso. Quanto alle imputazioni contestate a Marino in concorso con Boraso, Colace ha sostenuto che va assolto: «Non ci sono state anomalie dal punto di vista economico-finanziario», ha riconosciuto. Il pm però lo vorrebbe condannato a 4 anni per una presunta corruzione messa in atto con il manager Davide Gagliardi (anche lui nel Cda di Althea, oggi assistito dal legale padovano Alberto Berardi) nei confronti del maresciallo della Gdf Michele Alterio. Una richiesta (per tutti e tre) che non ha mancato di stupire i presenti (avvocati in primis) perché corredata da queste parole: «Chiedo la condanna anche se so che la Corte non potrà che assolvere».

Per il finanziere (al tempo in servizio alla Direzione investigativa antimafia del capoluogo piemontese, difeso dagli avv. Davide Berti e Andrea Casiraghi), Colace ha invocato pure la pena di 2 anni per rivelazione di segreto d'ufficio, mentre per il quinto imputato, il luogotenente dei Carabinieri Giuseppe Carbone (già in servizio presso la sezione di Polizia giudiziaria del Tribunale di Torino e dal 2018 alla Tenenza di Ciriè), la richiesta di condanna è di sei mesi, e riguarda solo una delle tre contestazioni a suo carico (favoreggiamento). Quanto alle altre, una è prescritta (rivelazione) e per l'altra (ancora un presunto episodio di favoreggiamento) il maresciallo, patrocinato dall'avv. Michele Polleri, va assolto.

Non resta che attendere la sentenza prevista, dopo eventuali repliche, nel pomeriggio di lunedì 14 aprile.

 

In foto, da destra, Flavio Boraso, l'avv.Vincenzo Enrichens e il consulente Gian Pietro Savoini.

Lucia Sorbino
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