"Angeli e demoni", da Bibbiano a Pinerolo: parla Claudio Foti
Questo breve filmato è la parte finale di una lunga intervista di Lucia Sorbino al dott. Claudio Foti, psicologo e psicoterapeuta pinerolese condannato lo scorso 11 novembre in primo grado nel processo in cui è sfociata l'inchiesta "Angeli e demoni" della procura di Reggio Emilia. Un estratto dell'intero video che pubblicheremo a breve.
È difficile immaginare che oggi in Italia qualcuno non abbia mai sentito parlare di Bibbiano. Eppure si tratta di un comune di poco più di 10mila abitanti, situato in provincia di Reggio Emilia, ai confini con quella di Parma. Non è Venezia, ma neppure Monteriggioni o Amalfi. Nessuna attrazione turistica particolare. Fino a due anni fa in pochi l'avevano sentito nominare. Oggi quel nome lo conoscono tutti. Ad averlo portato alla ribalta delle cronache, un'inchiesta giudiziaria che ha fatto enorme scalpore e che è stata usata anche per fini politici, quando la regione Emilia Romagna andò ad elezioni.
Battezzata iconicamente Angeli e demoni, l'indagine dei magistrati di Reggio Emilia parla di un vasto giro di affidi illeciti a Bibbiano e nell'Unione dei Comuni della Val d'Enza di cui cui Bibbiano fa parte. Parla di bambini illecitamente sottratti alle famiglie naturali e dati in affido ad amici e conoscenti, e di psicologi, terapeuti, assistenti sociali, amministratori e politici che avevano dato vita ad un sistema criminale per lucrare sulla pelle dei minori.
Al centro di tutto, a detta degli inquirenti, proprio un pinerolese: il dott. Claudio Foti, psicoterapeuta e direttore del Centro "Hansel e Gretel". Fino a due anni fa era considerato un'autorità in materia di psicoterapia familiare e i tribunali di mezza Italia lo chiamavano come consulente e per affidargli in cura bambini e adolescenti vittime di abusi e maltrattamenti. Poi è arrivata "Angeli e demoni" e Foti si è trasformato nel "lupo di Bibbiano". Per lui il processo in primo grado si è concluso giovedì 11 novembre, con una condanna 4 anni. Oggi è qui, per raccontarci la "sua" storia.
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Paola Molino