Stalking su barista di S. Secondo: il poliziotto imputato, «sono innocente»
Accuse da far venire i brividi, quelle a cui Massimiliano Conte, agente della Stradale di Torino oggi sospeso dal servizio, è chiamato a rispondere. Stalking, diffamazione e danneggiamenti nei confronti di Marcello Paschetta e del suo locale, L'Infinito Café di Via Val Pellice a S. Secondo. Nel capo d'imputazione del poliziotto 32enne (che per la sconcertante vicenda dei volantini infamanti finì pure in cella) c'è anche la ricettazione. Insomma, Conte aveva di che chiarire. L'ha fatto la scorsa settimana, consegnando a magistrati e avvocati la sua versione. Ha chiesto di essere sottoposto ad esame per lanciare un messaggio: «Non sono colpevole». In altri termini, Conte ha respinto al mittente (che poi sono i magistrati) ogni addebito. L'ha fatto in un mix di spavalda arroganza e compiaciuta ironia. D'altra parte, come ha sentenziato la Corte costituzionale, ricordiamo che «l’imputato non solo gode della facoltà di non rispondere, ma non ha nemmeno l’obbligo di dire la verità». Nella foto, il bar di Paschetta e il vicino "Salento di Mary" (oggi chiuso) gestito dalla moglie del poliziotto. Ampio servizio su L'Eco del Chsione in edicola, disponibile anche in versione digitale.
Vogliamo offrire un giornalismo che sia presidio di cittadinanza e di democrazia, forza trainante per il territorio, strumento per comprendere cosa succede nella nostra società e nel mondo.
Paola Molino