Pramollo isolata dalla frana: la reazione della comunità «sorridente»
Il 17 aprile 2025 nel Comune di Pramollo la strada provinciale è franata all’altezza della borgata Tornini inferiori, già luogo di una frana che nel 1960 costò la vita a 9 persone. Il cedimento rende impossibile il passaggio delle macchine. Si tratta dell’unica strada che porta a valle. A monte della frana sono 15 le borgate isolate per un totale di 157 persone.
L'ultimo a passare sulla strada che stava letteralmente franando è stato il sindaco Renzo Costantin:
«All'incirca verso le 13 mentre stavo scendendo da un sopralluogo nelle borgate alte appena sono passato qua ho visto che mancava un pezzo di parapetto - racconta il primo cittadino di Pramollo al terzo mandato - mi sono fermato subito dopo. Appena sono sceso ho visto che mancava completamente il muraglione e una parte di strada sotto era completamente vuota. Quindi sono stato miracolato perché solamente più l'asfalto mi ha tenuto su. Se no potevo finire di sotto con l'auto».
L’Amministrazione pramollina ha subito istituito un servizio di trasporto tramite navetta per consentire alle persone di poter raggiungere valle o, viceversa, le borgate. Se ne occupano i volontari della Protezione civile di valle coordinati da Giuliano Pascal e gli abitanti stessi. Intanto Città Metropolitana sta sistemando la pista forestale di Chatagnaret per consentire un passaggio almeno ai mezzi 4x4. Non è ancora chiaro quali saranno i tempi necessari per rendere percorribile la strada e il Comune sta cercando soluzioni per i diversi disagi che si sono creati.
Nel video iniziale, il racconto dettagliato del sindaco.
La popolazione «sorridente»
«La gente è di buon umore, non c'è nessuno che fa una tragedia per quello che è successo. Questo mi ha sorpreso un po'».
A raccontarlo è Gioachino Logaglio, che tutti chiamano Jachì, 91 anni e mezzo, unico abitante con la moglie Anita Costabel, un cane e i gatti, della borgata Micialetti Inferiori. Sono due delle 157 persone isolate dal cedimento dell'unica strada che collega la parte alta e più popolosa del Comune (217 residenti in tutto) con il fondovalle. Domenica mattina pioveva di nuovo, a dieci giorni dal cedimento della strada. Eppure tutte le persone che abbiamo incontrato erano effettivamente sorridenti e ben disposte nell'incontrare i membri della Giunta Comunale e i volontari della Protezione civile.
Il vice sindaco Giorgio Canonico nel video qui sopra lo spiega chiaramente:
«Tutto sommato la popolazione l'ha presa bene. La gente del posto è abituata a far fronte al situazioni molto particolari e sono tutti molto collaborativi».
Il sindaco Costantin spiega i principali servizi messi in campo con la Giunta (composta anche dall'assessore Fulvio Da Rold) e i volontari per consentire ai cittadini uno svolgimento della vita il più possibile normale, dalla raccolta rifiuti al supporto a due venditori ambulanti, dalle navette per tutti alle particolari attenzioni per lavoratori e studenti, e per le persone con esigenze sanitaria, come un cittadino sottoposto a dialisi e un'altra persona che verrà accompagnata per un intervento di cataratta.

«Il territorio è delicato. Purtroppo non è la prima volta che restiamo isolati - racconta Giampaolo Florian, abitante della frazione Ruata, nella parte alta del Comune di Pramollo - il territorio è delicato. Però l'Amministrazione è efficiente, i volontari funzionano, tra gli abitanti non c'è una famiglia che non abbia qualcuno nel volontariato. Quindi funziona tutto molto molto bene. Io per fortuna ho la macchina anche a valle della frana quindi riesco a muovermi liberamente, ma le navette funzionano».
La difficile soluzione
Sui tempi di ripristino della strada ancora non ci sono ipotesi visto che ancora vanno fatte valutazioni progettuali sostanziali. Il vice sindaco di Pramollo Giorgio Canonico prova a fare il punto sulle ipotesi tecniche che il Settore Vabilità della Città metropolitana di Torino: «Una volta finito il miglioramento della pista la ditta dovrebbe già impegnarsi sull'intervento relativo alla frana della strada proviciale. A partire dallo svuotamento del crollo di per sé, in modo da poter raggiungere una superficie d'appoggio che si ritenga possa essere sufficientemente solida e sicura in modo da salire con una base d'appoggio per ripristinare la strada. L'ideale sarebbe farlo con una scogliera di massi ciclopici senza dover fare ricorso ai micropali che hanno tempi realizzativi più lunghi. Intervenuti su questo primo collassamento effettivo che c'è stato l'intervento successivo sarà quello 50 metri più a monte dove c'è una zona di distacco per ora non verificatosi completamente dove il muro a valle ha ceduto. Tutto è ancora lì ma con un avvallamento di una decina di centimetri. È molto evidente che anche lì servirà un intervento. E la Città metropolitana ha garantito che permesso il passaggio sotto si sarebbero dedicati alla parte superiore».
Approfondimenti ulteriori nel reportage sull'Eco del Chisone in edicola mercoledì 30 aprile, disponibile anche in versione digitale. Clicca qui per accedere allo sfogliatore digitale (o per abbonarti, se non hai un account).
Articolo e servizi video di Luca Prot
Ha collaborato Matteo Aimetti
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Paola Molino