Una storia di coraggio che racconta la Resistenza ai ragazzi
C’è una vibrazione particolare nella voce di Anna Losano quando parla di "Fuochi d’artificio", la serie TV diretta da Susanna Nichiarelli, in onda su Rai 1 a partire dal 12 aprile, di cui è protagonista. C’è l'entusiasmo di chi ha coronato un sogno, la sorpresa di scoprirsi capace, l’emozione di aver raccontato una storia che parla di Resistenza, libertà e coraggio.
Anna interpreta Marta, una delle protagoniste del gruppo di quattro ragazzi che, in un’Italia ferita dalla guerra, scelgono di diventare partigiani. «All’inizio ero timidissima - ammette - ma Marta mi ha aiutata a cambiare. Quando ho cominciato ero una bambina chiusa, insicura. Poi, scena dopo scena, sono cresciuta con lei».
La sera della prima al Cinema Romano di Torino, lunedì scorso, è ancora viva nella sua memoria. «Non mi sono sentita una star. Piuttosto mi ha colpito quanto fosse grande e importante il progetto. Solo quel giorno me ne sono resa davvero conto. Mi ha fatto piacere rivedere tutti: attori, tecnici, chiunque avesse fatto parte del film. Rivedermi sul grande schermo mi ha impressionata… e rispondere alle domande del pubblico non è stato facile. Però eravamo in quattro, ci siamo sostenuti a vicenda».
Girare “Fuochi d’artificio” è stato per Anna più di un set: è stata una scuola di vita. «È stata un’esperienza indimenticabile - dice convinta -. Il mio sogno era fare l’attrice, e ho avuto la fortuna di essere scelta da Susanna Nichiarelli per quello che sono. Marta mi somiglia tanto, è come se fossi stata me stessa per tutto il tempo».
Il lavoro dietro le quinte le ha rivelato un mondo complesso e affascinante. «Non immaginavo quante persone lavorassero a un film. C’era chi si occupava della luce, chi ci diceva come muoverci, chi mi aiutava a salire sulla bicicletta di scena. Era enorme, senza marce, facevo fatica a tenerla in equilibrio!» ride.
Tra tutte, due scene le sono rimaste nel cuore. «La più difficile? Una scena semplicissima, in cui dovevo nascondermi dai nazisti. Dovevo solo camminare e guardarmi attorno, ma dovevo trasmettere il terrore… un’emozione che non avevo mai provato. L’abbiamo rifatta tante volte. La più emozionante, invece, è quella del Primo Maggio: suono con la filarmonica e canto. Ho dovuto imparare a suonare per quella scena, ma mi è piaciuto tantissimo. La musica interrompe un litigio, come se avesse il potere di unire. Come Marta, anche io ho sempre amato la musica».
E poi, c’è stato spazio per le risate. «L’ultima scena l’abbiamo girata con due capre. Francesco Centorame doveva dire la sua battuta, ma ogni volta le capre belavano così forte da coprire tutto. Alla fine le abbiamo dovute togliere e, nell’inquadratura successiva, Francesco faceva finta di accarezzarle nel vuoto. Io non riuscivo a smettere di ridere!»
“Fuochi d’artificio” è un film sulla guerra ma è soprattutto un racconto che parla ai ragazzi di oggi. «Ti fa capire come ci sono persone, tra cui alcune ancora in vita, che hanno lottato per farci vivere in un'Italia libera e democratica. Fa capire ai giovani che possono scegliere da che parte stare e li fa sentire forti perché dove gli adulti vedono un ostacolo i ragazzi invece con la loro voglia di fare e la loro determinazione decidono di oltrepassarlo per raggiungere il loro obiettivo».
Oggi Anna si sente diversa. Più sicura, più aperta. «Questa avventura mi ha fatto crescere tanto - dice -. Ho imparato da attori straordinari, come Carla Signoris, che mi diceva sempre che per migliorare bisogna studiare e rispettare gli altri».
E il futuro? «Spero di continuare a recitare - sorride -. Perché quando reciti puoi essere chiunque. Ma mi piacerebbe anche continuare con la musica. Studio violino e sogno di fare entrambe le cose. Attrice o musicista, o magari tutte e due. Perché no?».
Mattia Bianco
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Paola Molino