Vinovo: il Comune rinuncia ad un contributo
Non si farà, così pare, il prolungamento di via Chisola. Nessuna ufficialità ma pare che la decisione sia stata presa dalla maggioranza dopo riunione interna con opinioni diverse come giusto in un processo democratico. In gioco il consumo di suolo.
CONTESTUALIZZIAMO L'ATTUALITA'
Oggetto della stretta attualità, un possibile prolungamento di via Chisola, una nuova striscia di asfalto di poche centinaia di metri che sarebbe corsa lungo l'argine del Chisola per raggiungere la rotonda dei musici sulla SP 143, via Stupinigi. La motivazione dell'ipotesi è che via Chisola oltre alle civili abitazioni, ha alcune aziende artigianali insediatasi nell'ex Manifattura Bertero, e non e' pienamente strutturata per il traffico pesante. Predisposto il progetto per partecipare ad un bando, costo presunto poco più di 700 mila euro. Ed ecco che dopo un iter complesso per finanziamenti prima tolti poi rimessi, il Patto Metropolitano per lo Sviluppo Locale con fondi del Ministero per le imprese e il Made in Italy, ha assegnato al progetto vinovese un finanziamento di 500 mila euro, il massimo consentito per ogni singola opera.
ED ORA?
L'accettazione del finanziamento era da consegnare entro metà mese poi termine slittato al 24, ma la sindaca ha ricevuto dalla sua squadra di governo il mandato per rinunciare al finanziamento. Una precisa scelta politica maturata all'interno della maggioranza, era prevedibile che il progetto rientrasse nella politica locale ma non è neanche arrivato in consiglio, nessun confronto con le opposizioni.
FUTURO DELL'AREA?
Niente prolungamento, resta intatto il prato tra argine e prime case del concentrico, poco meno di 5 giornate piemontesi ed area nonostante l'argine, ritenuta esondabile e quindi con limiti di impiego. Tutto da scrivere il suo futuro. La memoria del giornale riporta ai tempi della costruzione di via Debouchè dalla rotonda del Villaggio Ippico a Candiolo. I cittadini di zona allora chiesero che il tragitto venisse disegnato più lontano dalle case, e fra i motivi a sostegno c'era la difesa di un bosco planiziale, uno dei pochi rimasti. E se diventasse un bosco anche in considerazione della vicinanza con il parco Corona Verde?
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Paola Molino