Concorso da commissario dei Vigili urbani, nel bando pure il test di gravidanza: Vigone e Torre Pellice rispondono alle polemiche
Chiedere un test di gravidanza tra i requisiti per partecipare ad un concorso pubblico é potenzialmente illegittimo e discriminatorio? Secondo il Sindacato di polizia locale Csa, la risposta é si, tanto da minacciare un esposto alla procura. La questione, complessa e dalla valutazione non univoca, é stata posta in evidenza oggi in un ampio articolo della Stampa. Tutto parte da un bando di concorso per l'assunzione di due istruttori direttivi di vigilanza, uno per Vigone e l'altro per il comune di Torre Pellice. Il test di gravidanza viene richiesto in vista di una prova atletica: 1000 metri da correre, per le donne, in massimo 6 minuti e mezzo. La vicenda ha sollevato un'onda di polemiche, tanto che oggi pomeriggio le Amministrazioni comunali interessate hanno emesso un dettagliato comunicato stampa, a firma congiunta di Fabio Cerato (vice sindaco reggente di Vigone, in corsa domani per la carica di primo cittadino) e Marco Cogno, sindaco di Torre.
"Il bando prevede lo svolgimento di una prova di efficienza fisica - leggiamo nel comunicato- quindi, esclusivamente a tutela della salute delle candidate, é stata chiesta la produzione di un test di gravidanza". Un test positivo "non é causa di esclusione dal concorso ma comporta il differimento della prova in un periodo successivo". In ogni caso, vista la necessità di concludere in fretta la procedura per poter assumere i due nuovi commissari di polizia locale, i due comuni stanno "valutando di rettificare il bando di concorso eliminando la prova fisica". Sulla questione torneremo con maggiori approfondimenti sull'Eco di mercoledì.
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Paola Molino