Tribunale, la Consulta gela ogni speranza di riapertura: "ricorso infondato"
Manifesta infondatezza: così la Corte costituzionale, con l'ordinanza numero 200 di oggi, 15 ottobre, ha bocciato la questione di legittimità sollevata dagli avvocati pinerolesi in merito alla soppressione degli uffici giudiziari pinerolesi, sancita dal decreto legislativo n. 155 del 7 settembre 2012. Per r il Tribunale di Pinerolo, nessuna speranza di riapertura. «La motivazione non affronta le questioni», precisa l'avv. Monica Bernardoni che nell'udienza del 22 settembre, davanti ad un collegio autorevolissimo di giudici costituzionali (presidente Alessandro Criscuolo), in un intervento concentrato in 13 minuti, ha cercato di far valere le ragioni che avrebbero potuto portare alla riapertura degli uffici giudiziari nostrani. Nulla da fare. Perso anche il secondo round di una battaglia per cui ora non c'è più speranza. Per molti una sconfitta annunciata. E certo non giocava a favore di Pinerolo che il giudice redattore della sentenza fosse Giancarlo Coraggio, lo stesso che il 3 luglio 2013 aveva dichiarato "non fondate" le questioni di legittimità sollevate dai tribunali di Pinerolo, Alba, Sala Consilina, Montepulciano e Sulmona. Ora la risposta può solo essere politica. Intanto, abbiamo chiesto un commento all'avv. Bernardoni, cui la sconfitta (non sua, ma del territorio, s'intende) brucia. Queste le sue durissime ed amare parole.
Bernardoni: Parlamento scalzato da Governo e Consulta
"Avrei voluto tanto poter commentare diversamente anche in caso di una decisione negativa, ma malauguratamente la motivazione dell'ordinanza, che ritengo del tutto apparente, mi costringe a queste amare considerazioni. Esito della pronuncia della Corte: Manifesta infondatezza. Non abbiamo bisogno di riforme costituzionali per sovvertire il funzionamento della nostra repubblica parlamentare se la sottrazione della funzione legislativa, propria del parlamento, può compiersi impunemente da parte del governo con l'avallo della corte costituzionale. Nella motivazione non si trova la confutazione delle ragioni sottoposte al vaglio della Corte. Non si trova il riferimento al passaggio in Commissione referente voluto dall'art.72 della Costituzione qui del tutto omesso. Non si trova alcuna spiegazione circa il rispetto del principio costituzionale secondo il quale DEVE essere davvero il parlamento ad attribuire al governo il potere di legiferare. L'esito della decisione non deve preoccupare solo il territorio del Pinerolese ma l'intero Paese. Stiamo parlando di regole fondanti il nostro sistema non di piccolezze di basso cabotaggio. Peccato, é davvero un'occasione persa, con buona pace delle formali celebrazioni della grandezza della Madri e dei Padri costituenti". Nella foto di Costantino, una passata manifestazione pro tribunale. Al tavolo dei relatori, Monica Bernardoni, l'avv. Alfredo Merlo (al tempo tìpresidente dell'Ordine pinerolese) e il sindaco Eugenio Buttiero.
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Paola Molino