Pinerolo: mancata cittadinanza onoraria a Liliana Segre, tutte le reazioni

Pinerolo: mancata cittadinanza onoraria a Liliana Segre, tutte le reazioni
Sabato 30 Novembre 2024 - 13:27

La bocciatura in Consiglio della proposta di conferire la cittadinanza onoraria a Lilia Segre ha presto ottenuto un risalto nazionale.

«UNA BRUTTA PAGINA PER LA CITTÀ»

I giorni successivi non sono mancate le reazioni anche da importanti esponenti della politica. Tra questi Matteo Renzi che in un post su X scrive: «A Pinerolo, in provincia di Torino, è stata negata la cittadinanza onoraria a Liliana Segre. La mozione è stata bocciata dalla maggioranza dei consiglieri. Mi domando cosa possa spingere a fare un gesto così assurdo. Provo profondo imbarazzo per la miseria umana di chi - per ragioni ideologiche - rifiuta di riconoscere la grandezza e l'umanità di Liliana Segre. A Liliana non cambia niente: la sua forza va ben oltre queste maldestre miserie locali. Ma a noi sì. Un Paese che non riconosce i propri eroi quando sono in vita è un Paese più povero. Più piccolo. Più triste».

A Renzi fa eco anche l’on. Giorgio Merlo: «Bocciare la proposta di dare la cittadinanza onoraria alla sen. Liliana Segre è un atto politico ed amministrativo grave e quasi incommentabile. Al di là di chi ha fatto la proposta e delle sue reali motivazioni politiche, la sen. Liliana Segre rappresenta un riferimento autorevole e significativo di tutta la comunità democratica del nostro paese. Per il suo passato, drammatico e tragico, e per la sua preziosa e feconda testimonianza nella società contemporanea. Una testimonianza instancabile e ricca di valori, di educazione alla democrazia e di principi liberali che riassumono l’essenza della nostra Costituzione. Negando la cittadinanza onoraria alla Sen. Liliana Segre il Comune di Pinerolo, al di là e al di fuori di qualsiasi giustificazione, ha consegnato all’intera Italia una brutta e triste pagina. Anche perché non c’è alcuna motivazione plausibile che possa giustificare un simile atto politico da parte di un’Amministrazione locale che vuole difendere e perseguire, sempre, i principi e i valori democratici e costituzionali»

Fonti giornalistiche riportano anche di un Giuseppe Conte «Furioso» con Luca Salvai che rimane uno dei pochi, anzi, pochissimi, sindaci del M5S a governare una città italiana.

Sabato mattina il gruppo consigliare del PD ha emanato un comunicato: «Riteniamo che la Mozione, per come era strutturata e per una parte dei suoi contenuti, avesse non tanto l’obiettivo sopra indicato, quanto invece di ottenere il voto contrario di una parte maggioritaria del Consiglio comunale per poi utilizzare questo voto contrario per poterne dare risalto nazionale; questo obiettivo di dare un’immagine di Pinerolo come città antisemita è stato ampiamente raggiunto e tutto ciò segna un passaggio brutto per la nostra Città che ha sempre avuto nella tolleranza, nella pace e nel rispetto reciproco i propri valori principali di riferimento. Il gruppo del Partito Democratico ha espresso il proprio pieno sostegno con il voto favorevole alla Mozione così come emendata per il conferimento della cittadinanza onoraria a Liliana Segre. Per ragioni che invece ci sfuggono e che non comprendiamo e condividiamo, la Mozione emendata ha trovato invece il voto contrario di quasi tutti i consiglieri comunali di maggioranza ad esclusione della Presidente del Consiglio comunale e di un consigliere del M5S Per la Città di Pinerolo crediamo che sia stato un momento brutto e che sarà necessario riprendere a lavorare affinché sia chiaro che i nostri valori di riferimento continueranno a essere la tolleranza, la pace e il rispetto reciproco».

Sul tema è intervenuta anche il Concistoro della Chiesa Valdese di Pinerolo, in un comunicato firmato dal presidente Paolo Zebelloni si dichiara che :«Il Concistoro della Chiesa Valdese di Pinerolo esprime grande preoccupazione, condanna e critica sul clima di antisemitismo che si sta diffondendo pericolosamente ovunque, anche nella città di Pinerolo, che è parte di un territorio con una lunga tradizione di convivenza tra fedi e visioni diverse».

 

IL NOSTRO COMMENTO

La vicenda del no alla cittadinanza onoraria a Liliana Segre ha avuto vasto eco nazionale e resterà comunque la si giri una brutta pagina della storia della città, esemplificativa del clima in cui si volge la politica cittadina.

Chi localmente è stato testimone del dibattito che ha portato al no della maggioranza e segue i lavori del Consiglio comunale non può ignorare che, in quanto accaduto, il contesto locale ha avuto una grande incidenza.

Tra la maggioranza (in particolare il gruppo Cinquestelle e il sindaco) e il proponente la mozione, il consigliere delle destra civica Dario Mongiello fin dall’inizio della legislatura è in corso in Consiglio comunale un scontro pressoché continuo e stucchevole, fatto di provocazioni e sceneggiate da una parte e reazioni dall’altra spesso al limite del consentito in un luogo istituzionali, fino ad arrivare alle querela. Quest’ultima, mossa dal consigliere Dario Mongiello nei confronti del consigliere del gruppo 5Stelle Pittau, querela respinta poi del giudice che l’ha ritenuta immotivata. Commentando la vicenda lo stesso Pittau parlava di Mongiello in questi termini, usando una metafora pugilistica: «Il consigliere picchia come un martello dicendo le peggio cose sull’amministrazione, puntando alla distruzione e quasi mai all’interesse della comunità….attacchi mirati al fegato dei singoli componenti della giunta». Questo è il sentimento con cui parte della maggioranza ha affrontato la discussione, presupposto che sicuramente ha condizionato le decisione prese e che ha impedito ad alcuni esponenti 5Stelle e al sindaco di agire con lucidità, come spesso (troppo) è accaduto anche in altre vicende in cui l’emotività ha avuto il sopravvento sulla razionalità.

In ultimo c’è da dire che il dibattito in aula è stato capzioso e per certi versi irrilevante, se non fosse che sullo sfondo c’erano da una parte la figura di una donna con la storia di Liliana Segre e dall’altra la tragedia e le sofferenze indicibili di migliaia di bambini palestinesi della Striscia di Gaza che non meritavano di essere coinvolti in una bega da pollaio.

A.M.

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Paola Molino