Gli allevamenti del Pinerolese: la mappa dei Comuni con più bovini (e gli altri numeri da sapere)

Gli allevamenti del Pinerolese: la mappa dei Comuni con più bovini (e gli altri numeri da sapere)
Sabato 6 Luglio 2024 - 11:24

Che l'area di Cavour, Villafranca e dintorni sia particolarmente vocata all'allevamento dei bovini da carne non solo fa parte del senso comune, è ampiamente suffragato dai numeri: più di 10mila capi censiti al 31 dicembre '23 nei due Comuni citati, oltre 7mila a Vigone e Scalenghe e via snocciolando (scorri con il cursore sulla mappa per visualizzare i dati Comune per Comune). Dopo la pianura cavourese si distingue anche la Val Pellice.

In effetti è questo il settore zootecnico trainante e con maggiore impatto sul territorio. Ciò che l'istantanea riportata nelle nostre grafiche non può rivelare, sono la trasformazioni nel tempo. Dal 2011 al 2023 il Pinerolese ha perso più di 500 allevamenti, passati da 2.004 a 1.470, mentre i capi sono rimasti sostanzialmente costanti (da 98.970 a 96.029). « Questo significa che ci sono state molte concentrazioni spiega il dottor Giovanni Tedde, direttore del Servizio di Sanità animale dell'Asl TO3 - mentre sta perdendo il sistema rurale degli allevamenti famigliari con 30-40 capi. Una microeconomia che sparisce, infatti troviamo molte vecchie cascine non più usate e un maggior numero di grandi allevamenti».

I colori più scuri indicano un maggior numero di capi allevati nel Comune al momento della "fotografia". Solo due Comuni, Sestriere e Mompantero, non presentavano capi allevati nel territorio (diverso il discorso della monticazione estiva in alpeggio).

 

 

GLI ALTRI SETTORI

Nel settore dei suini sono spariti tutti in una volta gli allevamenti famigliari. Nel 2022 l'emergenza legata alla peste suina africana (PSA) ha costretto l'Asl a chiuderne circa 300. Erano quelli che per la legge piemontese potevano allevare fino a quattro maiali nutrendoli come preferivano per poi prodursi in casa i propri salami in regime di autoconsumo: « Erano molto a rischio e bisognava prevenire. L'umano può essere un vettore indiretto. Basta un avanzo di un panino al salame proveniente da Paesi meno sicuri e l'epidemia può diffondersi. Per fortuna da noi siamo riusciti a contenerla e ha colpito solo i cinghiali ». Si è così perso un tratto culturale della tradizione contadina, nella misura in cui ora le famiglie comprano la carne al macello.

Ci sono altri due settori molto impegnativi per i veterinari visto il numero degli allevamenti e dei capi: quello degli ovini e caprini, caratteristici delle vallate con tanti allevamenti medio piccoli legati all'attività dell'alpeggio, e quello delle api, cresciuto moltissimo fino a toccare la cifra molto consistente di 986 apicoltori.

 

 

Se il Pinerolese produce il 10% della zootecnia regionale contro il 50% della provincia di Cuneo, c'è però un settore in cui domina le classifiche regionali: è quello degli allevamenti equini. È l'effetto Varenne, il super campione del trotto che prima di essere trasferito a Pavia, qualche anno fa, a lungo ha vissuto a Vigone, dove veniva impiegato come stallone per la riproduzione. In quell'area ex allevatori di bovini si sono specializzati nei cavalli, anche di pregio, e una tradizione si è consolidata. A questo si aggiungono i numerosi maneggi e scuole Fise per gli sport equestri. I 1.297 stabilimenti per l'allevamento equino (quasi tutti non per il consumo di carne) sono tanti, come lo sono gli 11 centri genetici per la raccolta del seme dei 37 stalloni presenti nell'Asl e la riproduzione.

Nelle tabelle che pubblichiamo sull'Eco EXTRA in edicola questo mese (e in abbonamento anche digitale con L'Eco del Chisone) Salta all'occhio la specie gallus gallus (i polli) tra le prime posizioni. Questo perché a Pinerolo esiste un grandissimo allevamento di polli da carne con dieci capannoni capace contenere 350mila capi. E non è l'unico, ce ne sono altri meno grandi, una dozzina (il resto produce galline da uova) che insieme ne contengono altrettanti. I cicli dei polli da carne durano 40 giorni. Significa produrre circa 15 milioni di capi l'anno. È un settore con un minor numero di attività rispetto a bovini, suini, ovicaprini, cavalli e api, ma che produce a ritmi molto alti.

Ci sono anche tanti allevamenti che non producono cibo per umani, ma salvezza per i loro ospiti o animali da compagnia e affezione. Non solo nel mondo equino, ma anche tra i maialini. Anche questo su L'Eco EXTRA di luglio.

Luca Prot
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