Pinerolo, il grido di aiuto dell'Emporio solidale: «Sempre più poveri, aiutateci»

Pinerolo, il grido di aiuto dell'Emporio solidale: «Sempre più poveri, aiutateci»
Venerdì 10 Novembre 2023 - 10:02

Ore 14,30. In via del Pino davanti all'Emporio Solidale "Una goccia" del Centro Ecumenico di Ascolto si è già formata la coda. Occhi bassi, mani in tasca per il freddo che diventa ogni giorno più pungente; in fila c'è lo specchio della vecchia e nuova povertà. Ci sono stranieri, ci sono italiani, gente con la pelle scura, con la pelle chiara. Ci sono uomini e donne da soli, ci sono famiglie con il bambino sul passeggino, ci sono anziani, giovani, persone di mezza età. Sono tutti in silenzio, in attesa del loro turno per entrare e fare la spesa. In mano hanno un pezzo di carta con sopra riportata una cifra: 90, 150, 300 o più. Varcata la soglia dell'Emporio si capisce il perché. Lo spazio non è grande ma ben organizzato. Lungo i muri delle due sale ci sono decine di scaffali, su ogni ripiano troviamo merce di prima necessità, alimenti in scatola, prodotti per l'igiene; molte confezioni riportano la bandiera dell'Unione Europea e la dicitura "Prodotto non commerciabile". Il centro della stanza è occupato da alcuni cassoni, quando arriviamo sono già vuoti; pochi minuti prima erano pieni di pane, frutta e verdura, alimenti che finiscono subito e per accaparrarseli bisogna arrivare tra i primi. Sulla destra appena superato l'ingresso c’è una cassa con una piccola pedana, uguale a quelle che troviamo in ogni supermercato. L'Emporio Solidale per chi passa distrattamente da fuori può effettivamente apparire come un piccolo market, la realtà è però ben diversa. Nell'Emporio non circola denaro, non si strisciano carte di credito, non si paga: sotto ogni prodotto non troviamo cartellini con prezzi in euro o offerte vantaggiose, ci sono dei piccoli fogli con sopra un punteggio, l'unica valuta riconosciuta è la solidarietà. E così 1 chilo di farina vale 5 punti, 3 chili di pasta 10 punti, una confezione di fagioli ancora 5 punti, il tonno in scatola 18, l'olio è merce preziosa e una confezione può arrivare a 70 punti. Il punteggio riportato sul foglietto nelle mani di chi sta in coda è il credito spendibile all'Emporio "Una goccia". Dietro a questo "negozio" che aiuta chi è in difficoltà si nasconde un'organizzazione collaudata e complessa; un mare, altro che una goccia. 

TRENT'ANNI DI AIUTO PER CHI È IN DIFFICOLTÀ: «NON SONO NUMERI MA PERSONE»

Ad accoglierci in una sala tutta in legno scaldata da una stufetta elettrica ci sono Mario, Elena, Maria Carla, Marisa, Piero, Beppe e Angelo. Sono solo alcuni dei 42 volontari attivi al Centro Ecumenico di Ascolto. Il CEA oggi conta oltre 30 anni di attività, mentre l'Emporio è aperto da 10: «Volevamo dare dignità a chi non riusciva a mettere cibo in tavola -  ci spiega il gruppo di volontari -. E così abbiamo pensato ad un luogo dove chi è in forte difficoltà potesse fare una vera e propria spesa senza dover chiedere l’elemosina o bussare alla porta delle parrocchie». Dopo pochi minuti emerge chiaramente che al CEA nulla è lasciato al caso o all'approssimazione, e proprio l'Emporio "Una goccia" ne è l’esempio. Partiamo dalla spesa. A stabilire il budget in dotazione agli utenti sono i volontari dopo un colloquio: «Si presentano da noi bussando alla porta, chiamando al telefono o dopo un passaparola. Da lì organizziamo un incontro, ci confrontiamo con loro e valutiamo la difficoltà che ogni giorno deve affrontare il singolo caso - affermano -. Abbiamo due paletti: occorre essere residenti a Pinerolo e mostrare un Isee inferiore ai 6mila euro». Le sfumature sono infinite: «Il punteggio di spesa viene calcolato in base a molti parametri: da quante persone è composto il nucleo famigliare, reddito annuale, se c’è una madre o un padre single con a carico dei figli, solo per fare alcuni esempi. Abbiamo quindi stabilito cinque fasce di budget che vanno dai 90 punti per chi non ha famiglia fino ai 130 per ogni componente del nucleo famigliare. Il budget finale ha valenza mensile e non è accumulabile e sovente regaliamo altre borse della spesa in base alle possibilità delle merci in dotazione». Oltre all’Emporio il CEA mette in campo anche altre opportunità: «Agli utenti offriamo dei bonus per gli affitti, bollette e medicinali. Insomma, una rete di sostegno a 360 gradi». 

SEMPRE PIÙ POVERI «LE SPESE SONO DIVENTATE INSOSTENIBILI, AIUTATECI»

I prodotti sugli scaffali dell'Emporio arrivano tramite una fitta rete di sostegno che spazia da Bruxelles fino ai discount locali: «Una grossa fetta proviene dal Banco Alimentare che fa riferimento all’Unione Europea al welfare nazionale, diversi prodotti però dobbiamo comprarli nei supermercati locali o da collette alimentari» elencano i volontari del CEA. I numeri sono impressionanti: «Ogni anno prendiamo, immagazziniamo e offriamo oltre 200 tonnellate di prodotti». E non si butta via niente perché la richiesta è sempre più alta, segnale che la povertà è sempre più dilagante: «Oggi contiamo oltre mille utenti e 400 nuclei famigliari che si appoggiano all’Emporio per mangiare ogni giorno. Non c’è differenza di provenienza, metà sono stranieri e metà italiani, molti dei quali sono tornati da noi dopo che è stato abolito il reddito di cittadinanza. Ogni settimana contiamo quattro o cinque nuove persone che ci chiedono aiuto. La situazione sta diventando insostenibile economicamente». Questo il punto nodale, la solidarietà ha un costo sempre più alto e i bilanci al CEA ogni anno diventano difficili da chiudere: «Il nostro sostegno principale si basa sull’8xmille: dalla Chiesa Valdese arrivano 20mila euro, dalla Chiesa Cattolica 35mila, abbiamo chiesto un supporto maggiore fino a 45mila ma non è ancora arrivata una risposta. Oltre a questo abbiamo aperto una convenzione con il Ciss di 10mila euro all’anno a cui si aggiungono i lasciti testamentari, il 5xmille e donazioni private anche dei volontari». In totale le entrate al CEA ammontano a circa 100mila euro e no, ormai non sono più sufficienti: «Spendiamo mediamente 120mila euro all’anno e tra i rincari del cibo e delle bollette le spese si alzano sempre di più. In pratica dobbiamo coprire un buco da 20mila euro. Non siamo un’azienda e non dobbiamo fallire, la logica della solidarietà è diversa: meno abbiamo e meno possiamo offrire, chi ci perderà saranno i più deboli». L’appello che lanciano i volontari del CEA, tutte persone in pensione che hanno fatto del volontariato una vera e propria vocazione, è molto chiaro: «Ai pinerolesi chiediamo un aiuto, chi sostiene il CEA porge una mano a persone in difficoltà, volti, storie che necessitano un aiuto in tempi sempre più difficili». 

COME SOSTENERE L'EMPORIO 

Sono diversi i modi in cui si può sostenere economicamente (ma non solo) il Centro Ecumenico di ascolto e l'Emporio "Una Goccia".
Si può scegliere di destinare il 5x1000 inserendo il codice fiscale 94568960010, oppure tramite donazioni Pay Pal direttamente sul sito Internet del CEA (www.centroecumenicoascolto.org). Sono accettate anche le donazioni dirette all'Iban IT19C0501801000000011601499 e i bonifici bancari sono detraibili. 
Tra le altre tipologie di  sostegni sono ben accette anche donazioni di viveri presentandosi direttamente alla sede di via del Pino oppure telefonando al 338 591.0429. Il CEA è anche alla ricerca di nuovi volontari disponibili a donare parte del loro tempo libero.

 

 

Stefano Nangeroni
Informazione al servizio della comunità e per essere comunità, da sempre questo è lo stile inconfondibile de L'Eco del Chisone: con l'emergenza Coronavirus, ora più che mai, lo sentiamo come un dovere non solo nei confronti dei nostri lettori, ma di tutti i cittadini. Perché solo insieme ce la faremo.
Paola Molino