La grafite fa gola alle multinazionali: nuovo interesse per le vecchie miniere
Un nuovo interesse si è acceso attorno alle vecchie miniere dismesse. La società milanese Energia Minerals Italia Spa, controllata interamente dalla multinazionale australiana Altamin, ha presentato una richiesta di permesso di ricerca denominato "Villar", in corso di approvazione. Nella documentazione la società localizza la ricerca in un'area più vasta, che abbraccia i Comuni di Roure, Perosa Argentina, Pomaretto, Pinasca, Inverso Pinasca, Villar Perosa, San Germano Chisone e Pramollo. Ma l'interesse avrebbe un centro nella zona delle vecchia miniera dismessa della Miandassa, poco sotto Pra Martino, nel territorio di Villar Perosa.
Lo abbiamo anticipato sull'Eco del Chisone in edicola mercoledì scorso.
Il tema era stato sollevato in Regione Piemonte da un'interpellanza all'assessore Tronzano, che ha però precisato: «nulla si può affermare sull'esistenza di giacimenti certi ed economicamente coltivabili in Piemonte ». Ci sono, questo si, alcuni permessi già ottenuti o in itinere per fare alcune esplorazioni propedeutiche all'eventuale apertura di miniere. In Piemonte, di miniere dismesse, ce ne sono circa 375 su quasi 3mila in Italia: in questa classifica è la quarta regione.
LE MATERIE CRITICHE
Le materie prime critiche sono quelle appetibili per le nuove tecnologie della transizione energetica e digitale, in fase di forte diffusione. L'interesse è tale da rendere l'approvvigionamento e il controllo di questi minerali uno strumento di battaglia economica tra Cina e Occidente. Le ultime restrizioni le ha imposte il Governo cinese all'esportazione di due tipi di grafite fondamentali per produrre le batterie per veicoli elettrici. Estrarla in loco diventa quindi sempre più strategico.
LE RICERCHE IN PIEMONTE
L'assessore regionale Andrea Tronzano, in risposta all'interpellanza di Silvio Magliano sulla riapertura delle miniere in Piemonte, ha elencato nuovi permessi di ricerca di minerali: per il cobalto tra Usseglio e Balme, per il nichel nelle Valli Sesia e Strona, e per la grafite in Val Chisone: « per verificare se le antiche miniere sono suscettibili di ripresa ». Ce ne sono a decine in numerosi Comuni sulle sponde del Chisone e del Germanasca, produttive per più di un secolo e ormai chiuse da decenni.
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Paola Molino