Piossasco: per uccidere l'arch. Mottura fu usata un'arma rubata a Roletto?
Martedì 25 maggio 2021: a Roletto ci fu un grosso furto di armi, compiuto con modalità da veri professionisti. Dall'abitazione di V.G., nonostante fossero custodite in cassaforte e ben nascoste, sparirono un fucile e tre pistole (tutte regolarmente denunciate). La doppietta fu ritrovata a casa di Emirjon Margiini, attualmente in carcere con l'accusa di aver ucciso l'architetto 49enne Roberto Mottura, durante un tentativo di rapina in Via del Campetto a Piossasco, mentre delle tre pistole, una rivoltella calibro 44 e due calibro 22, si sono perse le tracce.
Furto il 25 maggio, omicidio il 9 giugno, meno di due settimane più tardi. E il telefono in uso (almeno stando agli investigatori di Procura e Carabinieri) al 31enne di origine albanese, che in entrambi i casi aggancia celle telefoniche compatibili con quelle aree. Sappiamo con certezza che a provocare la morte del noto professionista piossaschese fu una calibro 22, mai ritrovata. La domanda viene da sè: si tratta di una delle pistole rubate a Roletto? Saranno gli inquirenti a dover stabilire eventuali collegamenti e responsabilità. Intanto, nel corso del processo che si sta svolgendo davanti ai giudici della Prima Corte d'Assise di Torino (presidente Alessandra Salvadori, a latere Roberto Ruscello), stanno emergendo molti particolari (tutti parecchio inquietanti) che daranno sicuramente filo da torcere ai difensori.
Sul banco degli imputati, oltre a Margjini, anche Mergim Lazri (accusato pure lui di omicidio, ma a piede libero perché scarcerato dal Tribunale del Riesame) e i quattro fratelli Hili, chiamati a rispondere a vario titolo di favoreggiamento, possesso di droga e armi. Sul numero oggi in edicola, disponibile anche in versione digitale, ampio servizio.
In foto, le operazioni dei Carabinieri in Via del Campetto a Piossasco.
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Paola Molino