Corruzione, maresciallo dell'Arma condannato anche in Appello
Quattro anni e 4 mesi di reclusione: è quanto hanno deciso oggi i giudici della Quarta sezione della Corte d'Appello di Torino per il maresciallo Francesco Primerano, 68 anni, ex comandante del Nucleo operativo dei Carabinieri di Pinerolo. In primo grado, il 15 giugno 2021, era stato condannato a 7 anni e 4 mesi per corruzione e rivelazione di segreto d'ufficio in relazione ad una complicata vicenda emersa nel giugno 2017, in cui si intrecciarono testamenti, eredità e comportamenti illegittimi del pluridecorato sottufficiale. Dopo un'articolata e puntale arringa del difensore Maurizio Riverditi e 40 minuti di Camera di Consiglio, la presidente Piera Caprioglio oggi ha pronunciato la sentenza che ha ridotto di tre anni il pesante verdetto di primo grado e assolto il luogotenente dall'accusa di circonvenzione di incapace per la quale la procura generale aveva invece chiesto di aumentare la pena di 6 mesi. «Un pezzo è stato fatto e un risultato raggiunto», ha commentato l'avv. Luca Paparozzi che, col collega Riverditi, difende Primerano, e che nell'udienza del 1 dicembre aveva concentrato la sua arringa proprio su questo punto. «Ora dobbiamo leggere le motivazioni (tra 45 giorni, ndr) per capire le ragioni della rideterminazione della pena».
Quanto alla coimputata, la vigonese Caterina Odetto (assistita dall'avv. Domenico Verrastro), i giudici d'Appello hanno fissato la condanna a 5 anni e sei mesi, a fronte dei 7 anni del giugno dell'anno scorso. L'hanno però ritenuta colpevole anche di circonvenzione nei confronti dello zio Mario Audisio. Ora vedremo se e come questa decisione avrà ripercussioni sul fronte civile, dove si combatte la battaglia legata alle disposizioni testamentarie dell'anziano, deceduto nel gennaio 2017 lasciando più lasciti: uno a favore della coppia Pili-Bramato, parte civile con l'avv. Renato Cravero, e due successivi a favore della nipote Caterina.
«Sono innocente, ho la coscienza pulita. Ho sempre aiutato tutti e l'ho fatto anche in questo caso», ha ribadito Primerano. Per lui ora resta solo il ricorso in Cassazione.
Articolo sul numero de L'Eco del Chisone in uscita mercoledì 21 dicembre.
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Paola Molino