Ucraina, «Duemila italiani in trappola»: l'appello della madre di Andrea Busso

Ucraina, «Duemila italiani in trappola»: l'appello della madre di Andrea Busso
Martedì 8 Marzo 2022 - 16:06

«Non è un film, è realtà: le persone escono per cercare protezione e vengono uccise». Sono parole della pinerolese Wilma Zanelli, madre di Andrea Busso, l’imprenditore di Pinerolo bloccato a Sumy, nell’Ucraina Nord-orientale, fin dall’inizio della guerra. Busso vive in quella città da anni, e ha raccontato all’Eco del Chisone che fino allo scoppio delle ostilità i canali televisivi russi che vengono trasmessi nella regione non avevano mai trasmesso notizie allarmanti. Per questo aveva trovato esagerato l’appello della Farnesina a lasciare il paese. 

Nei primi giorni di conflitto le lunghe code di auto impedivano di muoversi, poi Sumy è stata circondata e da allora è impossibile muoversi. Da giorni i suoi abitanti sono senza luce elettrica, gas e acqua. Questa mattina, 8 marzo, era stato concordato un corridoio umanitario per lasciar uscire i civili, ma Busso ci aveva detto di non fidarsi. Nei giorni scorsi infatti a Mariupol i civili in fuga grazie ai corridoi erano stati bersagliati e uccisi, facendo fallire la tregua. Episodi simili si sono verificati anche in altre città. «I corridoi umanitari non esistono - ha denunciato Busso questa mattina -. Sparano sui civili e qualsiasi cosa si muova».

Ora è sua madre a lanciare un appello disperato alle autorità: «La Farnesina non sta facendo nulla, non danno neanche risposte. Mi vergogno a dire che sono italiana, li stanno lasciando morire. I corridoi umanitari? Li buttano fuori allo sbando, ma non funzionano.È un modo per mettere a posto le coscienze di chi non vive in quell’inferno. Le persone escono per cercare protezione e vengono uccise. I russi sparano su tutti, anche sui civili, in modo indiscriminato. non ne usciremo più».

«Ieri da Sumy - continua Wilma - sono partite 40 automobili piene di persone alla ricerca della libertà e della serenità. Di quelle 40 automobili con almeno 5 persone in ognuna, non si sa più nulla. Nessuno ha più chiamato chi è rimasto in città e nessuno riesce a contattare chi è partito». 

Wilma dice di essersi messa in contatto con il presidente dell’Oblast (l’equivalente della Regione): «Anche lui consiglia a tutti di rimanere in casa e di non andarsene. Qualche giorno fa è stato ucciso un sindaco che trasportava aiuti umanitari».

 

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Paola Molino