Omicidio di Piossasco, ecco i nomi dei banditi che colpirono in via del Campetto
Hanno meno di trent'anni i tre ladri fermati dai carabinieri del Comando provinciale di Torino che, nella notte dello scorso 9 giugno entrarono nell'abitazione di Roberto Mottura, architetto di 49 anni che viveva con la sua famiglia sulla collina di Piossasco, sotto il monte san Giorgio. Un furto sfociato in rapina e finito nel peggiore dei modi, con un colpo di pistola - calibro 22 - che ha raggiunto l'arteria femorale dell'architetto provocando un'emorragia interna mortale. Tre malviventi che in precedenza non avevano mai avuto alcun contatto con la vittima. Avevano semplicemente scelto quell'abitazione, al primo piano di una palazzina ristrutturata, per rubare qualcosa. Un tragico epilogo per una banconota da 50 euro: è quanto i ladri hanno trovato in quella casa in collina. Si tratta di Emirjon Marjini, 29 anni, domiciliato a Torino ma senza una residenza stabile. A detta degli investigatori, sarebbe lui il basista della banda e anche quello che aveva addosso la pistola. Con lui c'erano due complici, entrami residenti in provincia di Caserta. Pendolari del furto, pronti a far razzie e poi rientrare presso le loro abitazioni nel sud Italia. Mergim Lazri, 24 anni, è domiciliato in frazione Sant’Andrea dei Laghi di Santa Maria Capua Vetere, mentre Flaogert Syla, 26enne, risiede in Valle di Maddaloni. Resta da capire chi dei due sia rimasto all'esterno della casa, a fare da palo ai due complici, pronto a garantire alla banda la fuga lungo via del Campetto. Un fatto di cronaca che provoca anche polemiche pre-elettorali: «Hanno ammazzato un architetto 50enne durante una rapina, nel giugno scorso a Piossasco: ora le Forze dell’Ordine hanno arrestato tre stranieri, tutti clandestini. Uno di loro doveva già essere stato espulso dall’Italia. Ministro Lamorgese, ha qualcosa da dire?», scrive il leader della Lega Matteo Salvini sui suoi profili social.
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Paola Molino