Processo Bonansea, niente sentenza: per i giudici serve nuova perizia
Ci si attendeva una sentenza e invece la Corte è uscita dalla Camera di Consiglio con un'ordinanza in cui dispone una nuova perizia. Insomma, per i giudici della Terza sezione (presidente del Collegio Antonio De Marchi, a latere Natale e Favretto) chiamati a pronunciarsi sull'accusa di peculato che il pm Paolo Toso ha rivolto a Claudio Bonansea, sono necessarie nuove prove, nuovi elementi in grado di far luce sulla vicenda. Li dovrà fornire il perito (il nome ancora non si conosce) che verrà incaricato a settembre. Così, per il noto politico di Bricherasio, già senatore del Centro destra ed ex consiliere provinciale di Forza Italia, l'attesa del verdetto si allunga. E di parecchio. Prossimo appuntamento processuale, il 16 settembre per l'incarico del perito, che poi dovrà studiare il caso e depositare le risultanze. Facile ipotizzare che non se ne riparli prima di fine anno.
L'ordinanza di questa mattina, che di fatto ha spiazzato un po' tutti, si fonderebbe (condizionale d'obbligo perchè neppure il difensore di Bonansea, avv. Roberto Calleri, l'ha ancora letta) sulla necessità di far chiarezza sull'ultima formulazione del capo d'imputazione prodotta dal pm Toso, che nell'udienza di giugno aveva chiesto la condanna a 3 anni e 4 mesi. Secondo i giudici, su quest'ultima modifica, non ci sarebbe stato sufficiente contraddittorio.
L'inchiesta a carico di Bonansea partì a fine 2010 da un esposto anonimo. Nel febbraio 2012 il pm Toso chiese il rinvio a giudizio del senatore, per aver sottratto denaro alla Consepi (società per la sicurezza stradale di cui era presidente) avvalendosi della Euroservizi, ditta intestata al pinerolese Ugo Barotto (deceduto nel 2011), ma per gli inquirenti di fatto sotto il suo controllo. Secondo la procura, commissionando lavori a quella ditta, Bonansea, tra il 2004 e il 2008 si sarebbe intascato rilevanti somme di denaro. Il punto è: quanto? Ed è su questo che la Procura ha cambiato parere ben quattro volte.
Nella richiesta di rinvio a giudizio dell'ottobre 2012, il pm aveva contestato un'appropriazione di poche decine di migliaia di euro, poi diventati 800mila e infine scesi a 175mila. A maggio, l'ultima versione: Consepi avrebbe pagato ad Euroservizi lavori effettivamente svolti, ma ad un valore superiore. Quanto di più, però non è detto. «Si tratterebbe di una sovrafatturazione, non meglio quantificata», avverte Calleri che, come il suo assistito, ha sempre lamentato mancanza di chiarezza nell'imputazione. «A dispetto del Codice di procedura penale, ancora oggi l'accusa non è precisata». Bonansea dal canto suo si è sempre dichiarato innocente, ma per sapere se i giudici gli daranno ragione, dovrà ancora attendere a lungo.
Vogliamo offrire un giornalismo che sia presidio di cittadinanza e di democrazia, forza trainante per il territorio, strumento per comprendere cosa succede nella nostra società e nel mondo.
Paola Molino