Tribunale, Comitato Sei da salvare: decreto "irricevibile"
Il decreto con cui nei giorni scorsi il Ministro della Giustizia ha autorizzato 8 sedi giudiziarie (tra cui Pinerolo) a smaltire nei prossimi due anni l'arretrato civile (lasciando perlatro nel limbo le cause penali), ha scatenato pesanti reazioni da parte di tutte le forze che finora si sono battute per la salvezza degli uffici pinerolesi. Perché, dev'essere chiaro, differire il trasloco (il che vale anche per Alba) è cosa ben diversa dal salvare le sedi in questione.
Per questo l'ordine degli avvocati di Pinerolo ha organizzato un incontro (lunedì 9 alle 18 al Palagiustizia con parlamentari , magistrati, dipendenti e amministratori locali) e nel frattempo ha diramato un comunicato durissimo che bolla come "irricevibile" il decreto della Cancellieri. Questo il testo.
"Il Comitato dei Sei da salvare chiede risolutamente che prevalga il senso di responsabilità, coerenza e rispetto della legge. Ciò che interessa alla cittadinanza è l'efficienza e l'accessibilità vera alla giustizia. Il Parlamento ha indicato alla Ministra ed al Governo, in ossequio alla legge delega, la necessità di mantenere in toto alcuni uffici giudiziari ovvero: Bassano del Grappa, Chiavari, Lucera, Pinerolo, Rossano, Tolmezzo. Questo è ciò che deve essere fatto. Tutto il resto è fumo senza sostanza, che mira unicamente a lasciare oneri sul territorio senza alcuna contropartita di servizi. Uno specchietto per allodole. La soluzione adottata (che pare peraltro extra ordinem) null’altro è che la trasformazione dei nostri Tribunali in un costoso guscio vuoto che dovrà occuparsi, senza effettive risorse (di magistrati e personale amministrativo), unicamente dell'arretrato che l'accorpante disdegna. Ciò con tempi prevedibilmente biblici, che si aggiungono ai cumulati ritardi indotti dalla riforma. Viceversa "il nuovo" finirà nell'ingorgo degli accorpanti, già asfittici. Il tutto con buona pace dell'efficienza e del risparmio, del rispetto del Parlamento e, soprattutto, dei diritti fondamentali dei cittadini. Il Parlamento è necessariamente chiamato a pretendere dal Governo il correttivo entro il 13 settembre, che preveda il salvataggio dei summenzionati Tribunali - pena la sfiducia al Ministro di Giustizia ed al Governo - nonché a calendarizzare immediatamente al Senato ed alla Camera la votazione del disegno di legge inerente la proroga dell’entrata in efficacia della riforma. In difetto: Giustizia e Democrazia requiescant in pace".
In coda a questa storia assurda che inquadra la lenta agonia a cui il tribunale di Pinerolo sembra essere stato destinato, la decisione di ieri, quando la Guardasigilli ha deciso di incontrare (finalmente!) i 26 firmatari della petizione che chiedeva un immediato decreto correttivo alla riforma. Appuntamento per mercoledì 11 ore 11.
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Paola Molino