Villar Perosa: Tekfor, nuovi scioperi

Venerdì 26 Aprile 2013 - 18:54

Dopo le due ore di sciopero già indette mercoledì scorso sul secondo e sul terzo turno, le assemblee di oggi della Tekfor di Villar Perosa hanno decretato due nuove giornate di ulteriori scioperi, domani e dopodomani, per otto ore su tutto lo stabilimento.

 

L'agitazione segue la decisione dell'azienda di applicare il ciclo continuo (che implica 21 turni settimanali, compresi quindi anche il sabato e la domenica) per recuperare «massicci ritardi nelle consegne ai clienti». A definirli così è l'Amministratore delegato Roberto Peiretti che parla di un milione settecento mila pezzi arretrati già al 9 aprile scorso.

 

 

La causa dei ritardi, secondo l'Ad, «non è certo da imputare alle Maestranze, ma piuttosto è da ricercarsi nei ripetuti guasti del trasformatore della pressa Hatebur 70C». Sarebbe «a fronte di questo e di altri imprevedibili malfunzionamenti», che la dirigenza ha dichiarato «la necessità di avere maggior presenza del personale sulle presse funzionanti», e l'ha richiesta - in un primo momento su base volontaria - anche nei fine settimana. Con scarsissimi risultati. Tanto che la nuova turnazione è stata imposta e i lavoratori hanno risposto con le prime due ore di sciopero, caratterizzate da un'alta adesione.

 

Nel suo comunicato affisso oggi in bacheca, l'Amministratore delegato fa appello «al senso di responsabilità di ognuno» e si dice «sorpreso», vista la crisi e lo stato di pre concordato in cui versa l'azienda, che nessuno (ad eccezione di uno) abbia accettato la nuova turnazione, «anche a fronte di un sensibile aumento di stipendio», pretendendo invece un'ulteriore maggiorazione. Peiretti fa anche riferimento «allo spettro del fallimento ancora dietro l'angolo» e alla necessità «per poter andare avanti e pagare gli stipendi» di portare a compimento l'acquisizione in corso da parte del gruppo indiano Amtek, «mentre noi spavaldamente - scrive ancora il dirigente Tekfor - diamo l'immagine di una fabbrica i cui lavoratori stanno fuori da un cancello a braccia conserte perché non vogliono lavorare con diversi orari».

 

«Nello stabilimento c'è un'arrabbiatura che va ben oltre i 20 o 21 turni» risponde Gian Piero Clement dell'Alp, nel suo ultimo giorno come Rsu, avendo presentato le dimissioni proprio oggi. «Tutto si può discutere - precisa ancora Clement - ma per questo tipo di scelte occorre arrivare ad un accordo sindacale». La sua ricostruzione della concitata vicenda sottolinea infatti altri aspetti: «Non abbiamo detto di no, ma abbiamo chiesto un passaggio in Unione industriale e nel frattempo di sospendere l'applicazione della nuova turnazione. Lo sciopero nel week end permette a chi non è d'accordo di evitarla. Poi ci aspettiamo delle risposte lunedì. In mancanza si deciderà se riprendere lo sciopero da martedì».

 

Le maestranze imputano parte dei ritardi produttivi a errori della dirigenza, a partire dall'applicazione della cassa integrazione, nei mesi scorsi, anche al reparto fucine. «E anche nei giorni in cui si è lavorato - precisa l'Rsu - ci sono stati problemi: continui cambi di tipo dovuti a scarsa programmazione, l'olio che manca, le matrici che durano molto meno di un tempo».

 

Quanto alle sue dimissioni, Clement precisa che sono dovute a tutt'altre motivazioni: «La situazione è sempre più complicata e presuppone qualcuno che abbia più tempo, mentre io devo fare anche l'assessore a Pinerolo. Qualcuno che stia davvero in fabbrica, mentre io sono in cassa integrazione. Visto che c'è chi è disposto a sostituirmi, penso sia giusto puntare sul suo entusiasmo».

l.p.
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Paola Molino