Anche la musica si è tinta di colore. È successo quest'anno a Sanremo, dove un'intera serata è stata dedicata al 150º anniversario dell'Unità d'Italia. Tributo quasi dovuto alla nazione da un Festival che più di una volta ne è stato il portavoce di idee, di storie e di personaggi. Il Bel Paese è stato cantato tramite canzoni semplicemente leggendarie e piccoli frammenti della storia che fu delle generazioni passate. E lo cantò anche Roberto Benigni fondendo una narrazione appassionata della storia d'Italia con la comicità d'altri tempi.
La cura floreale di questo ponte di Strasburgo mi ha richiamato alla mente un altro ponte delle nostre parti, il ponte di Cesana: ambedue colpiscono per la varietà ordinata ed erompente di un'esposizione multicolore estiva.
Avere una sorella / è la cosa più bella del mondo!
Anche se con lei litighi / le vorrai sempre bene.
Quando sarai grande / ti ricorderai / di quello che facevi con lei, / sia nei momenti brutti / sia in quelli belli.
Quindi bisogna sempre volerle bene / e non dimenticare quello che lei fa per te.
Hai la sensazione che la tua vita, il lavoro, la tua famiglia non siano come li sognavi? Hai avuto qualche volta la voglia di dire basta? Quando ti sentivi stanco per ricominciare, stremato dalla fiducia tradita o da obiettivi non raggiunti? La vita a volte colpisce così. Ma non ti arrendere mai, continua con le tue speranze e procedi. Non ti preoccupare se nella battaglia rimani ferito: bisogna metterlo in conto! Riunisci i pezzi della tua speranza, ricostituiscila e insisti di nuovo. Qualunque cosa succeda non ti abbattere, ma vai avanti.
Nella notte di S. Valentino / il Novara ha battuto il Torino.
Il Toro è stato sfortunato / perché un palo e una traversa ha beccato.
Forse di lei si era innamorato / perché una rete le ha regalato.
Ma il suo amore non è stato contraccambiato / perché il risultato è rimasto invariato.
Noi con te volevamo gioire, / e invece ancora una volta ci hai fatto soffrire.
Quando vado dai nonni paterni mi diverto a giocare coi vecchi Playmobil di mio papà, il quale li ha molto usati e li tiene in uno scatolone con molta gelosia: ma a me dà il permesso di tirarli fuori. Con essi adoro montare la "vecchia baracca" nell'angolo del tavolo della nonna. Allineo i pezzi in file orizzontali e metto in coda i personaggi, fingendo che vogliano affittare qualcosa. L'ho chiamata "vecchia baracca" perché è come una discarica dove tutto si può riciclare.
Per me è stato molto importante l'incontro con il sig. Coalova, perché finalmente ho avuto certezze su quello che succedeva nei 170 campi di eliminazione. Mi ha colpito quello che avveniva alle persone dopo che morivano nella camere a gas e l'ho trovato disumano. Il sig. Coalova ci ha raccontato che per riuscire a restare in vita nel campo di Mauthausen, dovevano dire se erano bravi in qualche lavoro che interessasse ai nazisti. Ho provato molta rabbia per quello che accadeva alle persone ammalate che venivano abbandonate a se stesse. Il sig.
Dopo la pioggia
arriva il sereno
ed ecco nel cielo
l'arcobaleno.
Guardo, mi giro
e riguardo:
tutte le volte
con stupore l'ammiro.
Il mare è grande, / il mare è blu / e quando ti tuffi / vai sempre più giù.
Ci sono pesci colorati / che nuotano qua e là, / coralli rossi e gialli.
Sulla spiaggia trovi conchiglie / che sono delle meraviglie!
La spiaggia è bella, la spiaggia è calda / e puoi giocare alla palla.
Dopo un po' vedi i delfini saltare / e dici: «Com'è bello il mare!».
Dove si trova il luogo più freddo dell'universo? Non tra qualche nebulosa o buco nero, ma qui, proprio sulla Terra. Questo luogo coincide con la più complessa opera tecnologica mai costruita dal genere umano, l'Lhc, il "Large Handron Collider", il più grande acceleratore di particelle, sviluppato presso il Cern di Ginevra. È proprio questo luogo ho avuto la possibilità di visitare in viaggio di istruzione. E proprio di cultura sotto ogni punto di vista che il Centro europeo per la ricerca nucleare si nutre ogni anno, da più di mezzo secolo.