Dopo poco meno di due ore i giudici della Prima Corte d'Assise (presidente Alessandra Salvadori, a latere Roberto Ruscello) hanno emesso la sentenza: 16 anni di reclusione, con tre anni di libertà vigilata. Questa la pena che l'ex imprenditore Pierangelo Romagnollo, classe '44 dovrà scontare per aver ucciso, il 5 luglio dell'anno scorso nel cortile della villa di Roletto in cui convivevano, il figlio adottivo Ailton, di 40 anni. Il pm Paolo Del Grosso, aveva chiesto 22 anni.
Per la Corte si è trattato di omicidio volontario, con l'aggravante ai sensi dell'art. 577 primo comma (fatto commesso contro un familiare). Riconosciute, come aveva chiesto il difensore, avv. Domenico Verrastro, le attenuanti generiche prevalenti sulle contestate aggravanti, ma non la provocazione.
«Tra 90 giorni avremo le motivazioni: a quel punto valuteremo eventuale appello», puntualizza Verrastro. Romagnollo, che fin da subito confessò di aver ucciso il figlio con una spranga di ferro (sostenendo però che si era trattato di un gesto di difesa), si trova attualmente ai domiciliari a casa di amici.
Rigettate invece le richieste dell'unica parte civile, Claudia Lazzaro, zia di Ailton, patrocinata dall'avv. Davide Parlatano. Aveva chiesto un risarcimento di 70mila euro.
In foto, Piero Romagnollo la sera dell'omicidio mentre sale sull'auto dei Carabinieri.