Ex maresciallo della Guardia di Finanza sotto inchiesta per concussione
Vicenda ancora tutta da definire (e chiarire) sotto il profilo giudizio. Certo assai delicata, anche perché riguarda un uomo delle Forze dell'ordine che per oltre vent'anni ha operato in seno alla Guardia di Finanza di Pinerolo.
A gennaio del 2022 si è congedato, dopo aver condotto importanti indagini relative ad imponenti evasioni evasioni fiscali. Indagini che gli hanno assicurato encomi e apprezzamenti, ma soprattutto hanno superato il vaglio dei magistrati e nelle aule di giustizia si sono tradotte in condanne (pesanti) per personaggi assai noti nel pinerolese.
I nomi per ora non li facciamo, in attesa che sia un Tribunale a certificare eventuali responsabilità, ma di certo c'è che sul sottufficiale, oggi consulente finanziario nonché amministratore in diverse società, si addensano accuse pesanti (e tanto più infamanti per chi per anni ha avuto il compito e la responsabilità di far rispettare la legge) come la concussione e l'accesso abusivo ad un sistema informatico protetto (in questo caso alla banca dati dell'Anagrafe tributaria).
Le accuse della Procura e l'udienza preliminare
Secondo l'impianto accusatorio che in dicembre ha portato la Procura (pm Giulia Rizzo) a chiedere il rinvio a giudizio, l'ormai ex maresciallo, abusando della sua qualità di pubblico ufficiale, avrebbe costretto una commercialista pinerolese a consegnargli somme di denaro mensili, minacciando (più o meno velatamente) ripercussioni negative sul suo ufficio e i suoi clienti. Una brutta storia che pare ribaltare i ruoli: chi era "guardia" diventa (anche se ci auguriamo che così non sia) "ladro", chi era inquirente diventa imputato. E imputato di fatto è già diventato con la fissazione dell'udienza preliminare, inizialmente per il 30 gennaio, poi rinviata al 25 marzo per legittimo impedimento del difensore, l'avvocato romano Fabrizio Siggia. In quella data vedremo se la giudice Benedetta Mastri disporrà o meno l'avvio del procedimento.
Battaglie legali intrafamiliari
Altre contestazioni paiono ancora addensarsi sull'ex finanziere, rendendo ancor più scivolosa (per non dire inquietante) la sua posizione. Qui si parla di battaglie legali in famiglia, tra genero, suocera e cognata. Brutte storie, che anche in questo caso ci auguriamo si smontino e sciolgano come neve al sole. Come lui ci assicura accadrà e come noi, cittadini e contribuenti che nella giustizia, nei suoi "servitori" e nella loro moralità (perdonateci il termine che potrebbe apparire desueto), ancora ci ostiniamo a credere. Tanto più noi pinerolesi che abbiamo impiegato anni e anni per tornare a fidarci, almeno un po', dell'operato di chi veste una divisa come quella delle Fiamme Gialle, che merita rispetto e onore.
Oggi abbiamo deciso di uscire allo scoperto perché l'esposto della commercialista da cui l'indagine della procura è partita risale a due anni fa e nel procedimento in corso la donna risulta parte offesa (assistita dall'avv. Alberto de Sanctis). Perché tanti personaggi, in passato finiti nelle inchieste dell'ex militare, sono tornati a testimoniare davanti al pubblico ministero. Perché è stato interrogato lui e sentito il suo superiore, perché ci sono fior di annotazioni del Nucleo di Polizia economico finanziaria di Torino. Insomma, gli elementi non mancano. L'ex maresciallo replica sostenendo che si tratta di "bufale". Attendiamo il seguito: su qualunque fronte questo si dipani, ne daremo conto.
Il difensore: parecchie frecce al nostro arco
«Per quanto riguarda la causa penale avviata dalla suocera - avverte il difensore Fabrizio Siggia - si tratta di accuse del tutto infondate. La contestazione parlava di 64mila euro mancanti dai conti della signora, ma dopo le indagini della polizia giudiziaria del pm Aghemo, la cifra si è ridotta a 8mila euro». In ogni caso, proprio nei giorni scorsi «la querela è stata rimessa e la proposta transattiva accettata».
Invece, rispetto alle ipotesi di reato contestate dalla pm Rizzo, Siggia sottolinea: «Con la riforma Cartabia, per decidere il rinvio a giudizio il gup deve valutare che ci siano solidi elementi che possano portare ad una condanna: noi riteniamo di avere parecchie frecce al nostro arco difensivo già in sede di udienza preliminare».
In foto, la sede della Gdf di Pinerolo.
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Paola Molino