Turismo post Covid, Anci e Merlo chiedono agevolazioni fiscali e un fondo speciale per i Comuni
Giorgio Merlo Sindaco Pragelato e Consigliere nazionale Anci, incalza il Governo dopo la richiesta di Anci di agevolazioni fiscali per la filiera turistica e un fondo speciale per sostenere i mancati introiti nei piccoli Comuni ad alta densità turistica a causa del lockdown.
«Il Governo, adesso, non può sottovalutare le proposte che responsabilmente l’Anci ha avanzato al Governo e che raccoglie molte delle indicazioni che provengono dal territorio».
LE TRE RICHIESTE PIÙ URGENTI
1) Tutela delle imprese e dei lavoratori autonomi della filiera turistica. «Rafforzare il sostegno, anche se di medio periodo, a favore delle professioni turistiche individuate dalla legislazione nazionale regionale e di tutte quelle professioni di carattere stagionale», spiega Merlo.
2) Costituzione di un Fondo speciale per i Comuni. «Occorre tenere in adeguata considerazione il turismo come fondamentale risorsa per i bilanci dei comuni. Se si dovesse alleggerire l’introito fiscale dei comuni per le note ragioni legate all’emergenza sanitaria nazionale, in particolare dei piccoli comuni ad alta densità turistica, è abbastanza evidente che o i comuni hanno fondi sufficienti in grado di poter sopravvivere oppure si corre dritti verso il fallimento finanziario.
3) Interventi di sviluppo economico e della qualità della filiera. «Nel turismo del futuro, anche in virtù dei minori flussi che è lecito attendersi, va rafforzato il tema della qualità del turismo e del suo valore aggiunto, intesa anche come qualità del lavoro di coloro che sono impegnati in questo settore. Lo sviluppo economico legato all’industria del turismo, quindi, richiederà oltre a precisi investimenti pubblici anche incentivi ed agevolazioni fiscali per i privati che investiranno in infrastrutture, tecnologia e proposte di viaggio che siano compatibili con il tema della sicurezza - argomento ovviamente dominante d’ora in poi -, e il tutto in un’ottica di un turismo davvero sostenibile. Se il turismo, infatti, ha una incidenza sul Pil nazionale pari al 13,2% ed è il settore che probabilmente è destinato a soffrire più di tutti per gli effetti della pandemia, è indispensabile che il Governo metta in atto al più presto provvedimenti capaci di adattare l’offerta a modalità di fruizione compatibili con i vincoli del "distanziamento personale" che dovranno essere adottati anche nei prossimi mesi. Il turismo, se si vuole, si può ancora salvare. A partire dal turismo montano riconducibile a quello dei piccoli comuni. Come quelli dei Comuni Olimpici della Via Lattea».
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Paola Molino