La morte di Papa Francesco: il cordoglio della comunità dei fedeli e il ricordo di quello storico incontro con la chiesa valdese nel 2015
Alle 7,35 di questa mattina, lunedì dell'Angelo, 21 aprile, papa Francesco è morto a Santa Marta in Roma. L'annuncio è giunto verso le 10 dalla sala Stampa vaticana. Il vescovo di Roma è morto all'età di 88 anni. Ancora ieri, giorno di Pasqua, ha voltuo recarsi in san Pietro e ha fatto un giro in piazza sulla papamobile per salutare i fedeli.
La morte di Francesco ha destato profonda commozione e sgomento in tutto il mondo.
Il ricordo affettuoso del vescovo Derio Olivero
Il vescovo di Pinerolo, Derio Olivero, presidente dell commissione per il Dialogo Ecumenico ed interreligioso della CEI, ha voluto ricordare la figura di Papa Francesco, con queste parole: «È stato un papa che sapeva guardare avanti, era davvero un profeta e ha osato spronarci a essere una Chiesa in uscita. Pur essendo il Papa, a capo di una grande istituzione, ha sempre parlato e agito con libertà, franchezza e parresia. Ci ha insegnato a essere umili e profondamente gioiosi. La gioia, quella che lui aveva dentro, ricorre spesso nei suoi scritti. Papa Francesco ci ha aiutati a credere alla storia e a tornare dentro la storia, e non a stare a lato. Ha sempre parlato da credente del creato e da credente della fraternità universale, richiamando alla giustizia e alla solidarietà con i poveri. I suoi scritti, in particolare le encicliche "Laudato si’" e "Fratelli tutti", ci hanno davvero aiutato a stare dentro la storia e dentro il creato».
Il vescovo ha ricordato con commozione la telefonata ricevuta nel 2020, quando era in ospedale gravemente ammalato di Covid: «La sua chiamata è stata incoraggiante. Con molta semplicità mi disse che mi ricordava nella preghiera, mi era vicino e mi invitava alla testimonianza di fede. Una telefonata semplice, sembrava quella di un amico, non del Papa. Sicuramente la porto nel cuore. Mi ero proposto di chiamarlo per contraccambiare, ma purtroppo non ho fatto in tempo».
Quella soglia varcata nel 2015 al tempio valdese di Torino
Papa Francesco è stato il primo papa ad incontrare la chiesa valdese visitando il tempio di corso Vittorio Emanuele a Torino lunedì 22 giugno 2015. DIsse in quell'occasione: «Non possiamo che rattristarci di fronte alle contese e alle violenze commesse in nome della propria fede. Da parte della Chiesa cattolica vi chiedo perdono per gli atteggiamenti e i comportamenti non cristiani, persino non umani che, nella storia, abbiamo avuto contro di voi». Poi l’invito alla collaborazione nell’evangelizzazione e l’esortazione a lavorare al servizio dell’umanità che soffre, ai poveri, agli ammalati, ai migranti. E infine il commiato: «Vi ringrazio nuovamente per questo incontro che vorrei ci confermasse in un nuovo modo di essere gli uni con gli altri: guardando prima di tutto la grandezza della nostra fede comune e della nostra vita in Cristo e nello Spirito santo e, soltanto dopo, le divergenze che ancora sussistono. Prega- te per me, perché ne ho bisogno». Un incontro che entrò nella storia, come sottolineato più volte e da più parti.
«Dove papa Francesco ha aperto i maggiori varchi è stato certamente nel campo del dialogo ecumenico e interreligioso e con i non credenti, e soprattutto in quello dell’organizzazione della struttura ecclesiastica cattolica, in particolare della curia romana. In questi campi si è mosso con la sensibilità non di un intellettuale o di un fine teologo (come il papa che lo aveva preceduto, Joseph Ratzinger) e neppure con quella di un dirigente ecclesiastico con una forte visione politica (come papa Wojtyla) ma con la sensibilità di un pastore capace di ascoltare e determinato ad aprire porte e finestre di una chiesa che, specie durante il pontificato di Ratzinger, sembrava incapace di affrontare qualunque rinnovamento e sfida del mondo» commenta oggi il moderatore della Tavola Valdese di allora, Eugenio Bernardini, per l'agenzia NEV.
La preghiera universale
Le comunità cristiane si riuniraano in preghiera oggi e nei prossimi giorni, con momenti spontanei e altri organizzati.
«Nel grande dolore per la morte, ma anche nella fiducia dell’abbraccio tenerissimo di Dio le Chiese di Torino e Susa, la Chiesa piemontese dove il Papa aveva le sue radici - ha detto il cardinale repole, vescovo di Torino e di Susa - pregano per Francesco con affetto e tanta riconoscenza per aver speso la vita, tutta la sua vita lunga e generosa, ad annunciare la gioia del Vangelo». Un veglia di preghiera in suffragio di Francesco sarà presieduta dal cardinal Repole, mercoledi 23 alle 20.30, nella cattedrale di San Giovanni Battista a Torino.
Il Sermig di Torino si raccoglie in preghiera per ricordare papa Francesco. L’Arsenale della Pace di Torino, ricorderà il papa durante la preghiera del martedì, appuntamento settimanale del Sermig sin dalla sua fondazione negli anni ’60. L’invito rivolto a tutti è per martedì 22, dalle 20, prima per un’ora di silenzio e digiuno nel cortile dell’Arsenale e poi, dalle 21, nella chiesa dedicata a Maria Madre dei Giovani.
Il Vescovo di Saluzzo Mons. Cristiano Bodo oggi, 21 aprile, alle 18,30 nel Duomo di Saluzzo celebrerà la Messa per Francesco.
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Paola Molino