Extra Dati: montagna vs pianura, la popolazione a confronto sull'Eco Extra di ottobre
Sull’Eco Extra di ottobre abbiamo raccontato la montagna provando a evitare i luoghi comuni e gli stereotipi che spesso ne infarciscono la narrazione. Il reportage dalla Valle Grana ne fa un caso esemplare per la sua scuola di valle ma non per questo ne tace le complessità. Le cooperative di comunità provano a cercare nuovi modelli di impresa adatti agli specifici territori in cui vivono. La maggior parte dei giovani intraprendenti, però, se ne vanno e uno di loro dice perché. I veterani che sono rimasti per decenni raccontano la fatica che si fa, per citare solo alcuni articoli che trovate sfogliando il numero di ottobre del mensile L'Eco Extra che non a caso abbiamo chiamato "La montagna disincantata".
Le storie non sono state scelte a caso. Siamo partiti dai numeri. I territori invecchiano. Tutti, anche in pianura. Ma in montagna in più si spopolano. Per questo la sopravvivenza delle scuole è un problema giunto a una fase senza ritorno e le vallli devono cercare strategie per provare a governare dal basso e non subirne il destino imposto da Torino o da Roma.
Questa mappa dedicata ai cittadini in età scolare tinge di rosso tutto il Pinerolese. Rosso, il colore dei conti che non tornano. Nelle mappe successive si vede come l’età media e lo spopolamento siano problemi aggiuntivi della fascia montana, quella sinistra nelle mappe, verso Ovest e il confine francese, salvo qualche enclave alimentata da un modello di turismo (quello legato allo sci di massa) che però oggi va per forza rivisto nella maggior parte delle località.
Montagna versus Pianura. Come si vede nel post che abbiamo pubblicato sulla pagina Instagram dell'Eco, abbiamo pensato che mostrare così la demografia del territorio pinerolese aiutasse a comprendere un concetto base da cui partire. Quando ci siamo occupati della popolazione e delle sue dinamiche, un anno fa, abbiamo notato come in realtà nelle aree più popolose gli abitanti non tendano a diminuire. Tendono a invecchiare, questo sì, ovunque. Ma si sopravvive sempre un po' di più. Le persone in età avanzata aumentano e le nascite non compensano un equilibrio dinamico nella società. Questo si vede dalla variazione di popolazione dell'area di pianura.
Ma se andiamo a prendere la parte montana del territorio, come dicevamo, le cose cambiano. La popolazione invecchia allo stesso modo, anche di più, salvo rare eccezioni. Ma al tempo stesso diminuisce. Si registra la peggior diminuzione della popolazione in trent'anni calcolata in percentuale e l'età media più alta, sopra i 50 anni.
È un grosso guaio per molti motivi. L'inverno demografico riguarda tutto il Paese ma la somma dei due fattori penalizza ancora di più le aree periferiche e marginali. La percentuale di cittadini età scolastica in calo negli ultimi 30 anni, l'alta età media in rialzo, il picco nella fascia 56-75 anni caratterizzano le aree montane. Meno studenti nelle scuole? Le scuole chiudono. Meno utenti? I servizi chiudono. Passando il mouse sulle mappe elaborate da Mattia Bianco potete vedere i numeri del vostro Comune.
Questo è un punto di partenza, non di arrivo. È la fotografia di una situazione, non la presa d'atto di un disastro inevitabile. Può voler dire chiudere i battenti della montagna, perché tanto ci sono pochi abitanti, e pochi elettori. O può voler dire che bisogna fare ancora di più per ripopolarla e per portare nelle terre alte quei servizi che contribuirebbero a invertire il processo. Per farlo può essere utile adottare criteri differenziati per colmare lo svantaggio delle comunità di montagna. Qualsiasi scelta politica deve basarsi prima sulla conoscenza delle situazioni specifiche.
I decisori politici devono cercare anche altri numeri, che hanno a che fare con le economie e i flussi che legano Comuni e Comunità. L'Ires ha già studiato mappe per definire ambiti e subambiti su cui tracciare le mappe della politica e su cui basare le strategie. Uncem le ha proposte nel suo dossier per la riscrittura del TUEL, il Testo unico sugli Enti locali (ne parliamo a pagina 48 e seguenti dell’Eco Extra di ottobre, puoi leggerlo qui se sei abbonato oppure puoi abbonarti).
Ma già il numero di abitanti in assoluto è indicativo. Poco meno di 50mila in montagna (in calo) poco meno di 350mila in città e pianure (in crescita) rendono l'idea del diverso peso specifico. Perché invece i territori da presidiare sulle montagne siano comunque molto vasti.
Sono i territori meno popolosi ma sono anche quelli sempre più a rischio e che richiedono sempre maggiori risorse in quanto a manutenzione idrogeologica e prevenzione dalle conseguenze delle calamità, anche a causa degli eventi atmosferici progressivamente più estremi (siccità e incendi alternati ad alluvioni e frane) come raccontiamo a pagina 54 attraverso le pagine storiche del nostro settimanale.
Sono però territori anche ricchi di risorse e opportunità, a saperle sfruttare. Per fare questo conta la capacità degli abitanti e dei loro amministratori di fare comunità e impresa (due aspetti da legare a filo doppio, come si vede nei reportage dalla Valle Grana e soprattutto da Ostana e Usseaux) e occorre la volontà di sostenerli in questa sfida.
Sull’Eco Extra di ottobre, con le illustrazioni di Sefora Pons, molti altri dati e confronti tra Montagna e Pianura.
Vogliamo offrire un giornalismo che sia presidio di cittadinanza e di democrazia, forza trainante per il territorio, strumento per comprendere cosa succede nella nostra società e nel mondo.
Paola Molino