Decreto riaperture, i sindaci delle Valli Chisone e Germanasca scrivono a Draghi: «No a false ripartenze»
I sindaci dell'Unione delle Valli Chisone e Germansca hanno scritto al presidente del Consiglio Mario Draghi (e per conoscenza al presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio) una lettera condivisa nella quale lo invitano caldamente a rivedere un "decreto riaperture" che rischia di determinare "false ripartenze" e di generare aspettative frustrate e rabbia nella popolazione, soprattutto in aree montane con dehor impraticabili alle temperature di maggio.
Ecco il testo della lettera, firmata dal presidente dell'Unione Marco Ventre, con i sindaci Laura Zoggia (Porte), Renzo Costantin (Pramollo), Andrea Garrone (San Germano Chisone), Roberto Rostagno (Pinasca), Nadia Brunetto (Perosa Argentina), Bounous Luciano (Inverso Pinasca), Rino Tron (Roure), Michel Bouquet (Fenestrelle), Andrea Domard (Prali), Danilo Breuza Pomaretto), Willy Micol (Massello), Laura Richaud (Perrero), Ezio Sanmartino (Salza di Pinerolo).
Il.mo presidente In questi giorni gli Amministratori delle Valli Chisone e Germanasca hanno letto ed analizzato con attenzione il testo del c.d. Decreto Riaperture condividendone la ratio e l’esigenza di dare sollievo e prospettive certe ad interi settori dell’economia italiana colpiti fortemente dalla giuste e legittime misure di contrasto all’attuale emergenza sanitaria. Lo abbiamo fatto cercando di non creare aspettative nelle nostre comunità ma anche, e soprattutto, di non soffiare oltremodo sull’amarezza e sulla rabbia di tante persone che in questi mesi hanno dovuto rinunciare a quelle che molti considerano attività non indispensabili ma che rappresentano nella concretezza la storia di una vita, il sudore dei sacrifici e l’unico sostentamento di numerosissimi nuclei familiari nonché una parte importante e fondamentale della nostra economia. Ed allora aprire o comunque definire una precisa data per le riaperture delle attività, a cominciare da quelle ristorative, è sicuramente un passaggio importante e fondamentale per dare una speranza e una prospettiva nuova ma va fatta, secondo la nostra analisi, una valutazione precisa e concreta circa la portata applicativa di alcune prescrizioni quali, ad esempio, il servizio limitato all’aperto e il c.d. coprifuoco. Nel caso di specie limitare infatti le aperture di bar e ristoranti solo all’aperto vuole dire in concreto non permettere alcuna attività o limitarla fortemente: il territorio montano delle nostre valli nonché le consuete temperature dei mesi di maggio (tra l’altro le temperature di questi giorni sono oltremodo basse rispetto alle stesse) precludono ogni apertura soprattutto di sera. Inoltre non sono molti i locali che hanno nella loro disponibilità dehors o aree esterne tanto che ci chiediamo cosa faranno le attività che si presentano solo con coperti interni ai locali. Infine la norma sul coprifuoco che non ha alcuna evidenza scientifica ma che di fatto limita fortemente l’attività soprattutto al comparto ristorativo riducendo le presenze senza peraltro ridurre i costi reali delle stesse attività. Ed allora ci permettiamo con la presente di chiedere alla Vostra Autorità di cambiare radicalmente l’approccio al problema: noi tutti Amministratori pensiamo che occorra sottoscrivere non solo con le attività produttive ma bensì con le nostre stesse comunità un patto per le prossime settimane e mesi partendo dal grande senso di responsabilità e dalla maturazione dei nostri concittadini che hanno rispettato nella stragrande maggioranza dei casi le limitazioni, le prescrizioni, le cautele e ogni forma di protocollo di sicurezza: concediamo a tutte le attività di aprire e lavorare ma nel rispetto dei protocolli di sicurezza e di tutte le cautele del caso ma al tempo stesso moltiplichiamo i controlli e le sanzioni a chi, esercenti attività o fruitori delle stesse, non rispettano le regole mettendo in crisi tutto il sistema. Caro Presidente, la Vostra persona ha scelto di assumersi una grandissima responsabilità per il bene dell’Italia e degli italiani ma non può non convenire con le Istituzioni locali che la situazione economica dei territori non può resistere ad altre chiusure o peggio a queste false ripartenze che creano solo aspettative seguite da un sentimento diffuso e dilagante di rabbia e frustrazione. Ci aspettiamo pertanto che questa nostra lettera sia per Voi e per i vostri collaboratori spunto per ulteriori riflessioni di merito, perché non Vi nascondo che attendiamo conseguentemente una netta discontinuità rispetto alle scelte adottate dal Governo negli ultimi mesi.
Vogliamo offrire un giornalismo che sia presidio di cittadinanza e di democrazia, forza trainante per il territorio, strumento per comprendere cosa succede nella nostra società e nel mondo.
Paola Molino