Primotecs: presentato il Piano industriale, blocco dei licenziamenti nel prossimo biennio
Oggi, venerdì 27 novembre, la proprietà Mutares ha concluso la definizione del Piano industriale 2021-2025 del gruppo Primotecs insieme al coordinamento sindacale degli stabilimenti di Villar Perosa e Avigliana. L'incontro, in video conferenza, era cominciato lunedì scorso. I principali impegni da parte dell'azienda riguardano il mantenimento dei due siti produttivi e il blocco dei licenziamenti collettivi unilaterali per il prossimo biennio.
«La Rsu Fali rileva con particolare soddisfazione il raggiungimento di questi impegni» commenta il rappresentante sindacale Fabrizio Beltramo. «Dopo i sacrifici dei lavoratori arrivano anche gli impegni da parte dell'azienda di rendere il futuro meno nebuloso» aggiunge la Rsu Fim Cisl Sergio Palmero, in riferimento all'accordo appena raggiunto dopo gli scioperi delle scorse settimana, che riduce il costo del personale rimodulando alcuni premi, rimborsi e maggiorazioni.
Il piano industriale, riassume il Fali, prevede un investimento medio di circa 3,6 milioni anno fino al 2025 «anche in previsione di acquisizioni di nuove aree di business», oltre al mantenimento e rafforzamento dei due siti produttivi. Nuovi clienti e nuove produzioni dovrebbero far crescere il fatturato del gruppo dai 68-70 milioni di quest'anno (colpito però anche dal lockdown) fino a 100 milioni nel 2022, secondo gli obiettivi della proprietà. «Al momento esprimiamo un cauto ottimismo e aspettiamo di vedere i risultati dell'applicazione del piano», commenta infine Palmero.
«Il nocciolo di tutta la discussione - aggiunge Mimmo Durante, Rsu Fiom Cgil - è stata la nostra disponibilità a valure possibili riduzioni di orario al fine di escludere iniziative aziendali unilaterali, in mancanza di ammortizzatori sociali». Una possibilità lasciata aperta per il futuro, che costituisce il terzo asse dell'accordo che andrà firmato e presentato alle assemblee dei lavoratori, insieme al Piano industriale e alla ricontrattazione di secondo livello. «Tutto questo - aggiunge la Rsu - per avere le garanzie per l'acquisto dell'acciaio da parte della proprietà, necessarie per proseguire con la produzione».
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Paola Molino