Il Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese in servizio all'ospedale da campo di Torino Esposizione
La prima squadra del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese ha preso servizio nel nuovo ospedale da campo per pazienti affetti da Covid-19, allestito a Torino Esposizioni. La struttura -realizzata in meno di quindici giorni grazie al contributo della Croce rossa italiana e della Protezione civile di Trento - si estende su una superficie di 8 mila metri quadrati e può occupare fino a 455 posti, di cui 2 di terapia intensiva per la stabilizzazione di pazienti, 6 di terapia semintensiva e 447 di degenza.
Nelle scorse settimane, la Regione Piemonte aveva chiesto al Soccorso alpino, in virtù delle proprie competenze tecnico-sanitarie, la disponibilità di volontari da utilizzare per mansioni di carattere logistico e a supporto dei ricoverati all'interno della nuova struttura. Al momento, numerosi di operatori di tutta la regione hanno dato la propria disponibilità per coprire i primi 8 turni. Ogni squadra verrà impiegata per 7 giorni: 1 giorni di formazione, 5 giorni di servizio e 1 giorno di passaggio di consegne. Gli operatori, per tutta la durata del servizio, saranno isolati dalle proprie famiglie e verranno impiegati sulle 24 ore nell'ospedale. Forniranno supporto logistico all'organizzazione dell'ospedale e sostegno alle necessità dei pazienti.
"Innanzitutto ringrazio i tecnici che hanno dato la disponibilità per questa operazione un po' insolita - ha dichiarato il giavenese Luca Giaj Arcota, presidente del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese -. Si tratta di uno scenario di intervento inedito per la nostra organizzazione, ma come in occasione delle grandi emergenze di Protezione Civile del nostro Paese, da Amatrice a Rigopiano, il Soccorso Alpino è pronto a dare il proprio contributo".
Da domani, domenica 22 novembre, l'ospedale da campo allestito a Torino Esposizione ospiterà un centinaio di pazienti a bassa intensità di cure provenienti in gran parte da altri Ospedali del Piemonte per contribuire a decongestionare i più affollati.
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Paola Molino