Carlarberto Cimenti di nuovo sul tetto del mondo, ora il rientro dal Nanga Parbat
In cima al temibile Nanga Parbat, e giù con gli sci, se non proprio dagli 8126 metri della vetta nepalese, da poco sotto le impossibili rocce che caratterizzano la sommità della nona montagna più alta della Terra, il secondo tra gli ottomila per indice di mortalità dopo l'Annapurna.
Carlalberto "Cala" Cimenti ci ha abituati a questo tipo di impese. Dopo il Cho Oyu (nel 2006), ha collezionato altri tre Ottomila e (primo italiano) tutte le cinque vette dello Snow Leopard, gli over 7000 dell'ex Urss. Primo italiano anche in vetta al Pobeda nel 2014, a scendere con gli sci dal Manaslu (8163 m) nel 2011, per citare solo alcuni record.
Il 3 luglio ha completato anche quest'ultima impresa insieme al compagno di cordata russo Vitaly Lazo. La tensione della discesa, nel corso della quale si sono a lungo persi i contatti con gli alpinisti, con la traccia GPS rimasta ferma abbastanza da creare molta apprensione, si è stemperata nel raggiungimento del campo 4 e all'alba di ieri del campo base.
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Paola Molino