Matteo Salvo, il campione di memoria approda su L'EM
La storia di Matteo Salvo sembra uscita da un film americano, di quelli in cui, nella vita del protagonista, da un certo punto in poi, tutto diventa improvvisamente possibile. Anche imparare lo spagnolo in 19 giorni o entrare nel Guinness dei primati per aver memorizzato e riordinato - in apnea - un mazzo di 52 carte da gioco. Eppure Matteo non lo trovi sotto la Grande Mela, lui vive felicemente a Cantalupa, tanto che se la nomini ti risponde: «Cantalupa? È il Paradiso!».
Matteo Salvo è ingegnere meccanico («ma non ho esercitato la professione nemmeno un giorno!»), dal 2000 insegna tecniche di memoria e metodologie di studio in Italia e all'estero, in inglese e spagnolo. Ha fondato e dirige a Torino la Scuola mindperformance specializzata in strategia di apprendimento efficace, miglioramento e sviluppo delle risorse umane. È istruttore certificato (l'unico in Italia) da Tony Buzan per insegnare le mappe mentali e nel 2013 è stato il primo italiano al mondo a conseguire il titolo di International Master of Memory ai Campionati mondiali di memoria. Da marzo, approda sulle pagine de L'EM (e in un video), nella rubrica "Scervelliamoci" dedicata ai nostri piccoli lettori, con consigli utili per ricordare meglio.
Ma come si diventa campioni di memoria? Tutto è iniziato all'Università di Genova: «Non andavo avanti, ero totalmente insoddisfatto. Avevo dato sette esami in tre anni. Nello sport, seguendo gli accorgimenti dell'allenatore, miglioravo tempi e prestazioni. E mi chiedevo: perché nello studio non esistono personal trainer? A Ingegneria si cerca sempre un metodo per qualsiasi cosa… e un metodo di studio?». Da qui parte una ricerca di tecniche per sfruttare al meglio le potenzialità della memoria e studiare bene nel minor tempo possibile. Il risultato è ciò che oggi Matteo insegna nei libri e ai corsi, un metodo. Lo stesso che gli ha permesso di sostenere (con successo) 4 esami in 65 giorni.
Anche un record man della memoria può dimenticare qualcosa? «Una volta ho scordato l'appuntamento per un'intervista telefonica sulle mnemotecniche. Imbarazzante!».
Vogliamo offrire un giornalismo che sia presidio di cittadinanza e di democrazia, forza trainante per il territorio, strumento per comprendere cosa succede nella nostra società e nel mondo.
Paola Molino