In viaggio con Laura - Sotto un cielo diverso
Quarta tappa del diario di viaggio di Laura Salvai sul sito de "L'eco del Chisone". E' partita il 19 aprile per il Sud America con il suo romanzo "Per un'ora di nuoto" nello zaino. Ora si trova in Uruguay. "L'eco" la sta seguendo sul web.Per andare in Uruguay da Buenos Aires basta prendere uno dei tanti traghetti che partono dal porto sul Rio della Plata. In meno di un'ora si sbarca a Colonia del Sacramento. Da lì a Montevideo, la capitale, ci sono ancora due ore e mezzo di autobus. Chi vuole uscire dalla città e godersi le spiagge sull'oceano deve spingersi ancora più a est, dove le acque dolci del grande estuario fluviale lasciano il posto alle acque salate dell'Atlantico.
L'alternativa ai grattacieli di Punta del Este, la località balneare più nota dell'Uruguay, è Cabo Polonio, un villaggio di pescatori dove non arriva né la corrente elettrica, né Internet, e neppure la strada. Per andarci si sale sul cassone di un vecchio autocarro che percorre i sette chilometri fra le dune.
In alta stagione, tra dicembre e gennaio, Cabo Polonio è affollatissimo, ma in questo periodo i visitatori sono pochi. Sull'autocarro incontro una ragazza cilena e una coppia di trentenni brasiliani. Dopo aver scambiato poche parole decidiamo di condividere una capanna sulla spiaggia. Tania, la cilena, mi racconta che è psicologa e mi offre un po' di frutta che ha portato con sé. Pedro e Fernanda, i due brasiliani, preparano il mate e ci invitano ad andare con loro a vedere il tramonto. Stendiamo i pareo sulla spiaggia e guardiamo il sole che scende dietro le dune.
Quando fa buio andiamo a fare la spesa nell'unico negozio di alimentari del villaggio e cuciniamo una pasta nella cucina dell'ostello. Non ci mettiamo neanche d'accordo: c'è chi taglia la cipolla, chi affetta i pomodori, chi riduce a dadini il peperone. Si butta tutto in padella, e il sugo viene buonissimo. Mangiamo alla luce fioca dei generatori, poi andiamo fuori ad accendere il fuoco.
A quel punto mi rendo conto che è la prima volta che mi immergo nella natura del Sudamerica. Finora sono stata sempre in città: ho passato due settimane a Buenos Aires e una a Montevideo. Ora sento il rumore dell'oceano e i ruggiti dei leoni marini. La luna non è ancora sorta e le stelle brillano nitidissime. Ho una sorta di vertigine nel rendermi conto che non riesco a identificare nessuna costellazione.
Con gli occhi fissi al cielo dico a tutti e a nessuno in particolare: «Esto no es el cielo que yo conozco» (questo non è il cielo che conosco).
E Tania, seduta nel buio poco più in là: «Bienvenida».
Laura Salvai
Se volete sapere qualcosa di più su Laura Salvai, il suo viaggio e il suo romanzo "Per un'ora di nuoto", visitate i siti https://sottoilcielodelleande.wordpress.com e http://www.matiskloedizioni.com/perunoradinuoto/
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Paola Molino