Car fluff nelle campagne tra Barge e Revello: finito il processo
«Tutti assolti per l'avvelenamento di acque pubbliche, condanne minori per le discariche abusive»: così l'avv. Chiaffredo Peirone sintetizza la sentenza emessa oggi in Tribunale a Cuneo dal giudice Marco Toscano. Peirone difende Giambartolo Ambrogio, l'imprenditore bargese (noto come "re del riso") accusato di aver interrato il temibile car fluff (vale a dire quel che resta dopo la demolizione delle autovetture, tessuti, imbottiture, gomme, plastiche) nelle campagne tra Staffarda, sotto il Comune di Revello, e la Crocera di Barge. Una ventina le discariche scoperte, ma i fatti del processo odierno riguardano solo l'ultima tranche di scavi, cioè le ultime quattro, rinvenute tra il 2007 e il 2008. Ambrogio, considerato il regista della famigerata operazione, è stato condannato con rito abbreviato a 3 anni di reclusione (la pm Cristina Bianconi per lui ne aveva chiesti 10) e 50 mila euro di ammenda. Pena (per ora solo in primo grado) che va a sommarsi ai 22 mesi che la Cassazione gli aveva inflitto il 29 gennaio 2009. Ambrogio dovrà pure versare un risarcimento danni alle due parti civili: 50mila a Legambiente e 100mila al Comune di Barge. Cifre provisionali, in attesa che un giudice civile le quantifiche con esattezza.
Quanto agli altri imputati, spicca la piena assoluzione di Bartolomeo Forgia di Villafranca (proprietario della Framet, ditta di demolizione di veicoli), assistito dall'avv. torinese Mario Gebbia. La pm ne aveva chiesto la condanna a 8 anni, ritenendo che il car-fluff interrato fosse lui a fornirlo: il giudice ha deciso di assolverlo "per non aver commesso il fatto". Condannata invece la moglie di Ambrogio, Maria Bainotti (avv. Giancarlo Maero), a 9 mesi con la condizionale e 4.500 euro di ammenda; 13 mesi e 6mila euro di ammenda all'agricoltore Alberto Michele Boeris di Revello (avv. Marco Camisassi), per il quale la procura aveva chiesto l'assoluzione, mentre per Alessio Maccagno di Villanova Solaro (legale Luca Martino), il giudice ha disposto di "non doversi procedere". Diposto infine la confisca dei terreni sequestrati.
Per capire le ragioni della sentenza (soprattutto in relazione alla'assoluzione di tutti gli imputati dal reato di inquinamento di acque destinate al consumo alimentare "perchè il fatto non costituisce reato") dovremo attendere 90 giorni. Poi arriverà l'Appello. E magari pure la prescrizione.
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Paola Molino