Soppressione tribunali: il Consiglio regionale chiede il referendum

Lunedì 30 Settembre 2013 - 15:05

Il Consiglio regionale del Piemonte lunedì 30 settembre ha adottato due atti deliberativi volti a richiedere un referendum per abrogare le norme attuative della riforma della geografia giudiziaria, che in Piemonte-Valle D'Aosta ha decretato la soppressione di ben sette tribunali su 17.

La prima deliberazione, approvata con 43 sì, 6 contrari e 2 non votanti, chiede l’indizione del referendum, la seconda (43 sì e 3 non votanti), delega i consiglieri Lorenzo Leardi e Giovanni Negro (supplente) per il deposito in Cassazione della richiesta, congiunta con quella di altre sei Regioni.  Tale deposito ha giustificato la riunione d’urgenza al lunedì dell’Assemblea legislativa in quanto il termine per il deposito scade proprio alle 15 di oggi. In aula, il presidente Cota ha ribadito:  "La riforma penalizza eccessivamente la nostra regione: i tribunali diminuiscono del 70% in Piemonte, contro una media nazionale del 16%. Gli accorpamenti, poi, seguirebbero dei criteri non razionali rispetto all’estensione territoriale e al numero di procedimenti pendenti". 

Ricordiamo che la riforma ha soppresso, oltre Pinerolo, Saluzzo, Mondovì e Alba nel Cuneese, Acqui Terme, Tortona e Casale Monferrato, nell’Alessandrino. Si salvano i tribunali con sede nel capoluogo di Provincia (Torino, Cuneo, Alessandria, Asti, Vercelli, Biella, Verbania, Novara e Aosta), più Ivrea.  Hanno votato contro il provvedimento: Angelo Burzi, Roberto Tentoni e Rosanna Valle (Progett’Azione), Sara Franchino (Pensionati), Carla Spagnuolo (Pdl), Andrea Stara (Insieme per Bresso). Non hanno votato ma garantito la presenza Alberto Goffi (Udc) e Angela Motta (Pd).  I contrari hanno motivato la loro posizione ricordando l’importanza e la necessità di una riforma strutturale della giustizia che tagliasse i costi e soprattutto, l’ineluttabilità di una riforma già in atto che ha svuotato le sedi e che sconta un organico dei magistrati deficitario di ben mille e 400 giudici.

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Paola Molino