FIRENZE - Dal parcheggio Villa Costanza, dove partono i pullmann della Filxbus, si raggiunge in tram il centro di Firenze, teatro della Grand Départ del Tour de France 2024.. Qui la connessione è antica, non transita per le autostrade ma a bordo di una bicicletta per il Paese che più di tutti custodisce la passione ciclistica. Con frequenti e coinvolgenti estensioni del verbo oltre i confini francesi, un vortice che quest'anno avvolge l'Italia, finalmente. In 111 edizioni, si è consolidato e non conosce erosione l’inestimabile patrimonio di passione collettiva che si riversa in strada anzichè scaricarsi con una app. Per carita, tutto ma proprio quanto volete sapere della Grande Boucle è lì a portata di mouse, eppure l’appuntamento con la storia è sotto le provvidenziali alberate del Parco delle Cascine, dove la tramvia scarica alla Leopolda. La brulicante e mastodontica macchina del Tour incrocia una torrida mattinata di fine giugno, per quella che è anche la fine di un’anomalia. Vero, come dice il direttore del terzo evento sportivo al mondo, Christian Prudhomme: finalmente la partenza avviene dall’Italia, omaggio ad un Paese che ha dato i natali a tanti campioni capaci di emozionare e firmare imprese memorabili sulle strade di Francia. Per quanto il clamore della manifestazione sia grande, non solo mediaticamente, accanto al pubblico che si accalca davanti ai bus delle squadre per un primo e pacifico assalto ai corridori, c’è pure spazio per le sedie sdraio di fronte all’iconico(usa dire così…) parco fiorentino. Sorseggiando una bibita, comodamente seduti, si guarda il maxischermo su cui scorrono le immagini di tante ediziioni del passato, proprio mentre, ad un centinaio di metri appena, le compagini guadagnano il palco del foglio firma. Generando boati in tante lingue diverse. Cose da Tour, qualcosa che Pinerolo si appresta a sperimentare ancora. Poco dopo lo scoccare di mezzogiorno i corridori prendono la strada di Rimini, portando alla ribalta salite ben note ai cicloamatori(Barbotto, uno spauracchio autentico) e dando vita ad una frazione ricca di spunti di interesse. Flash ancora da Villa Costanza: cosa fa quello spettatore con in mano un cartello della corsa? Porta a casa un souvenir. In Riviera romagnola, terra di amore popolare (declinato anche attraverso la pratica quotidiana)per “le velò”, entusiasmo tangibile alla vigilia dell’omaggio a Marco Pantani, con partenza dalla sua Cesenatico. Per Rimini, a ridosso del percorso di gara, vagano alla ricerca dell’albergo gli autisti dei mezzi della carovana, esempio di nomadismo al seguito della corsa. Mark Cavendish, annunciato in grande ritardo sui battistrada, non rende agevole il lavoro degli addetti ai lavori chiamati a smontare le transenne sul lungomare riminese. In sala stampa, intanto, parte l’applauso dei colleghi transalpini, per l’affermazione che regala la maglia gialla a Romain Bardet. Sarà lui, come avvenne nel 2011 con Voeckler, a vestire il simbolo del primato a PInerolo?
Aldo Peinetti