Violenta lite tra famiglie sinti di Villafranca: la sentenza, tre condanne e tre assoluzioni

Violenta lite tra famiglie sinti di Villafranca: la sentenza, tre condanne e tre assoluzioni
Venerdì 10 Novembre 2023 - 16:30

Tre condannati a pene tra i 4 e i 7 mesi di reclusione, altri 3 assolti. Risarcimenti da definire in sede civile, con una provvisionale di poche centinaia di euro: così si è concluso, dopo poco più di mezzora di Camera di consiglio il processo che vedeva imputati sei componenti delle famiglie Di Maio e Decolombi di Villafranca.

La sentenza è stata pronunciata oggi dalla giudice della Sesta sezione penale, Paola Fogliata. La Procura (titolare Mario Bendoni ma in aula si sono succeduti, anche per la requisitoria del 20 ottobre, vari pm d'udienza) aveva chiesto otto mesi di reclusione per tutti e sei, senza distinzioni. La giudice invece ha differenziato le pene e tra 30 giorni ne conosceremo le motivazioni.


Il pestaggio in Strada Basse

La vicenda conclusa in primo grado con la sentenza odierna (ma è facile prevedere che si andrà in appello), si riferisce ad una violentissima lite tra zii e nipoti della comunità sinti, avvenuta in Strada Basse a Villafranca il 3 maggio 2019. Una sorta di faida familiare, senza esclusione di colpi. Qui la novità è che a denunciare è stata proprio una sinta, mentre normalmente i dissapori vengono risolti in seno alla comunità.

Calci, pugni in faccia, percosse persino con una spranga. Un litigio senza esclusioni di colpi che poteva finire assai peggio se non fossero intervenuti i Carabinieri, ma che, in assenza di telecamere è racchiuso nei racconti delle due parti, che rimandano versioni opposte. Da un lato i coniugi Romana Decolombi e Giacomo Barrero (entrambi ultrasettantenni) che, assistiti dagli avvocati Cosimo Palumbo, Alessio Tartaglini e Roberto Preve, senza tentennamenti hanno sempre parlato di violento pestaggio e di speronamento doloso della loro auto. Dall'altra, Renato Sandro Di Maio che ha sostenuto che l'incontro con gli zii fu «casuale», così come l'incidente con la loro auto, e che fu costretto ad intervenire per difendere la moglie e la figlia Valentina (finita pure lei in ospedale con prognosi di 8 giorni) dall'assalto di Romana e Giacomo. A difenderli, gli avv. Enrico Gallo e Mariangela Melliti.

La giudice, a differenza di quanto richiesto dai suoi legali che invocavano l'eccesso colposo di legittima difesa, ha condannato Renato Di Maio (classe '72) a sette mesi di reclusione per lesioni aggravate (come da capo d'imputazione): sei mesi alla moglie Valentina Debar. Assolti la figlia Valeria e il cugino, Claudio Decolombi, che nell'ipotesi accusatoria era accorso a dar manforte a Di Maio, usando addirittura un bastone per colpire la zia Romana (che è pure la madrina di battesimo).

Sull'altro fronte, mentre Giacomo Barrero è stato assolto, alla battagliera Romana il Tribunale ha comminato 4 mesi ri reclusione. «A parte la condanna ingiusta per Romana (su cui c'è ovviamente da aspettarsi che la difesa proponga appello, ndr), per il resto è andata molto bene», commenta l'avv. Preve. «Ottimo risultato», conferma il collega Tartaglini. Essere riusciti a dimostrare l'innocenza di Barrero è per entrambi un motivo di grande sodidsfazione, senza dimenticare che Romana ha ottenuto una pena dimezzata rispetto alle richieste della procura. Quanto alle parti civili, i Di Maio dovranno versare agli zii 3mila euro complessivi, e questi ultimi mille euro alla nipote Valeria (anche lei parte civile). Un risarcimento danni per ora stabilito solo in via provvisionale, che dovrà essere quantificato successivamente in sede civile. Sul prossimo numero de L'Eco del Chisone, ampio articolo con altri particolari.

In foto, da sinistra, Romana Decolombi, la figlia Tatiana e il marito Giacomo Barrero: tutti indossano la maglietta con la stampa delle foto (inequivocabili) che attestano il pestaggio subito a maggio 2019. Così si sono presentati oggi in aula.

 

 

Lucia Sorbino
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