Ristorazione: la montagna chiede chiarezza sulle norme per la ripartenza
Interviene anche il presidente nazionale Uncem Marco Bussone perché vengano chiariti i dubbi che preoccupano la montagna in vista delle riaperture delle attività di ristorazione programmate per il 26 aprile ma solo all'aperto. Una preoccupazione espressa con forza nei giorni scorsi anche in Val Chisone dai sindaci di Villar Perosa Marco Ventre (nella veste anche di presidente dell'Unione dei Comuni) e di Pragelato Giorgio Merlo (nel suo caso, Unione Via Lattea). In particolare per Bussone va chiarito se per i lavoratori sarà ancora possibile pranzare al chiuso come avveniva finora.
LA RICHIESTA DI UNCEM
«Nelle zone montane - sostiene Bussone - occorre un chiarimento per ristoranti e bar, che ho sollecitato al Ministro Speranza. Nei Comuni alpini e appenninici, almeno per due mesi, mangiare all'esterno a pranzo come a cena non è possibile. Se è vero che ci stiamo preparando, Enti locali e imprese, per l'estate e per un turismo che potrà avere buoni flussi, è ancor più vero che per la prossima settimana e fino a fine maggio, occorre riconoscere la specificità delle aree montane. La ristorazione e la somministrazione all'aperto non si può fare. Non perché manchino gli spazi, anzi, ma perché le temperature non lo permettono. Anche quando questa coda di inverno lascerà spazio alla vera primavera, è impossibile per chi lavora mangiare all'esterno. Fino a domani, gli operai di ditte, in particolare di edilizia, che lavorano sui territori, potevano pranzare all'interno dei locali, quasi una mensa. Da lunedì questa ipotesi non è chiara e i ristoratori, oltre che le imprese chiedono un chiarimento, che Uncem ha trasmesso in queste ore al Ministro Speranza e tramite lui al Comitato tecnico-scientifico. Anche chi ha delle verande completamente aperte, chiede un chiarimento. Mangiare all'esterno in montagna non si può e la soluzione va trovata».
I SINDACI
Ventre nei giorni scorsi commentava: «Tutte le attività ristorative e bar dei nostri territori e della nostra Unione saranno tagliate fuori da queste aperture, sfido chiunque infatti a mangiare a Perrero, piuttosto che a Villar Perosa o a Fenestrelle all'aperto, soprattutto di sera, tra una settimana». Merlo: «Per non scrivere norme che non avrebbero alcuna ricaduta per le località montane - a prescindere dall’altitudine dei vari Comuni - se non quella della presa in giro, forse vale la pena evitare di dire e scrivere che si apre l’attività dei ristoranti a pranzo e a cena, purcheé siano all’aperto. Il che, detto in altri termini, equivarrebbe a tenerli chiusi anche alla sera per evidenti ragioni legate alla temperatura».
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Paola Molino