INTERVISTA AL PASTORE GENRE: PINEROLO LABORATORIO DI ECUMENISMO
Tra le ricchezze che Pinerolo non ha ancora percepito appieno c'è anche quella della figura del nuovo pastore, Gianni Genre, che da ottobre regge la Chiesa valdese. Persona schietta, disponibilissima al dialogo, altrettanto colta e conosciuta in tutta l'Europa protestante per l'incarico di vertice, precedentemente ricoperto, come moderatore della Tavola valdese. Per la sua relativa giovane età e per gli incarichi di grande responsabilità già ricoperti, potrebbe essere il primo pastore protestante italiano proponibile ai vertici della Kek, la confederazione di 120 Chiese europee, ortodosse, protestanti, anglicane e vecchi cattolici, che ha sede a Ginevra.
Torniamo però a Pinerolo ed alla sua comunità di circa 900 membri di Chiesa (per membri di Chiesa si intendono coloro che hanno svolto tutto il percorso formativo di educazione alla fede sfociato nel battesimo e nella confermazione che di solito avviene a 17 anni). Alla ribalta, di recente, il falò negato a Pinerolo liquidato come «nulla di particolarmente grave». Importante invece sottolinearne il significato: «Memoria della data storica del 17 febbraio 1848, oggi però i falò significano anche la volontà di bruciare ogni rigurgito di razzismo, di intolleranza, di ostracismo della libertà di coscienza, sempre in agguato anche ai giorni nostri». Interessante intendere come la comunità di Pinerolo colga la sua peculiarità rispetto alla galassia valdese fatta di Chiese storiche delle valli e delle tante e vivacissime comunità presenti su tutto il territorio nazionale. «Ci poniamo un po' come cerniera tra chi ha ricevuto il testimone di un glorioso passato e la necessità di aprirsi a nuovi modi di esprimere la propria fede protestante. Oggi abbiamo comunità in Italia dove il 60–70 per cento dei membri sono stranieri che hanno portato con loro tradizioni ed usi delle loro terre. Le loro celebrazioni, ad esempio, avvengono in forme a cui non siamo per nulla abituati, com musiche, canti, colori, esplosioni di gioia».
A proposito di Culto domenicale, la partecipazione a Pinerolo è discreta. Circa 150 persone ai Culti domenicali che diventano 350–400 nelle grandi occasioni. «Certamente si può migliorare. Nella lettera inviata a tutte le famiglie della comunità dopo il mio insediamento ho ribadito l'importanza dell'incontro settimanale con il Culto e la Parola di Dio, dove ci si riconosce peccatori e bisognosi dell'aiuto di Dio, e nel contempo si ascolta la sua Parola con l'attualizzazione che ne propone il pastore con la predicazione. Per favorire di più questa presenza, in accordo con la chiesa di S. Secondo, proponiamo un incontro anche al sabato sera con una lettura più sistematica ed esegesi del testo biblico. In questi mesi ad esempio, stiamo leggendo e commentando l'Ecclesiaste».
Pinerolo permette poi un ecumenismo che non è solo dialogo sui massimi sistemi tra teologi, ma un testimoniare assieme nei fatti l'unica fede in Cristo. «In concreto già esiste il Centro d'ascolto gestito assieme dalle due Chiese, cattolica e valdese, per le emergenze sociali e di povertà. Sono poi tante le occasioni di incontro e di confronto, anche con lo scambio dei pulpiti, come avvenuto di recente nella Settimana di unità di preghiere, dove sono stato invitato a predicare in cattedrale, mentre il vescovo ha predicato dal pulpito del nostro tempio».
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Paola Molino