Fallimento per la Smac quaranta senza lavoro
Da Natale davanti ai cancelli della Smac di via Aosta a Beinasco è sparito il presidio. E con lui anche l’accampamento dei lavoratori che si sono battuti per mesi in difesa di un posto di lavoro che ora non c’è più.
La ditta di stampaggio è stata dichiarata fallita il 23 dicembre e come curatore fallimentare è stato nominato Alessandro Gallone. Già a metà settembre la situazione sembrava compromessa, senza vie d’uscita per i lavoratori. Con creditori dell’azienda alle porte dello stabilimento per portare via i macchinari dai capannoni e i lavoratori che decidono di dormire davanti ai cancelli per non permettere a nessuno di entrare in fabbrica. Da giugno senza stipendio, mesi di lotta, freddo, incontri con la proprietà e con l’Amministrazione locale per non ottenere nessun risultato concreto sul futuro. Acconti sugli stipendi arretrati con il contagocce, cassa integrazione ordinaria mai partita e situazioni familiari oltre ai limiti della disperazione.
Il fallimento della Smac, chiesto oltre che dal titolare Fabrizio Rausa, che non ha commesse e non può più pagare i debiti, anche dai lavoratori per ottenere gli stipendi degli ultimi sei mesi non riscossi e dai sindacati paradossalmente, è quasi una bella notizia. Adesso potranno partire le pratiche per avere nel 2010 la cassa integrazione straordinaria, ci saranno da recuperare i soldi delle liquidazioni, ma per i 40 lavoratori che hanno difeso così strenuamente il proprio posto di lavoro è come ricominciare da zero. È arrivata la cassa integrazione ordinaria per i mesi di settembre, ottobre e novembre, poi partirà quella straordinaria. Ma la situazione che dovrà affrontare il curatore fallimentare è molto difficile. Per la Smac potrebbe non esserci più futuro.
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Paola Molino