Si è concluso un inverno «meno negativo» ma resta la crisi climatica e dei ghiacciai, estate a rischio siccità

Si è concluso un inverno «meno negativo» ma resta la crisi climatica e dei ghiacciai, estate a rischio siccità
Giovedì 20 Marzo 2025 - 12:35

Si chiude oggi, il 20 marzo, l'inverno 2024-2025, con rilevamenti e dati sull'accumulo di neve e ghiaccio in montagna che confermano l'arretramento dei ghiacciai e fanno temere per un'estate a rischio di siccità. Non a caso l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha dichiarato il 21 marzo Giornata Mondiale dei Ghiacciai e il 2025 Anno Internazionale per la Conservazione dei Ghiacciai. 

Per l'occasione Arpa Piemonte ha pubblicato ieri il resoconto della Campagna Glaciologica 2024. È uno dei tanti interventi volti a richiamare l’attenzione sui cambiamenti climatici, «rapidi e talora irreversibili - scrive Arpa - che stanno interessando la criosfera a causa dell’innalzamento delle temperature globali».

La mancanza di neve come serbatoio per l'acqua nella stagione calda è registrato quest'anno soprattutto sull'Appennino. Il dato complessivo italiano è drammatico. In Italia è nevicato il 57% in meno rispetto alla media 2011-2023. Si è visto anche solo notando le montagne brulle attorno alle pista da sci innevate artificialmente. Secondo il rapporto di Legambiente gli impianti sciistici abbandonati in Italia negli ultimi cinque anni sono cresciuti da 132 a 265: più del doppio. La consistenza dei ghiacciai del solo Piemonte di cui Arpa rende conto è una faccenda parzialmente diversa, ma purtroppo nel medio periodo la tendenza è confermata.

 

IN PIEMONTE INVERNO "MENO NEGATIVO" DELLO SCORSO

In Piemonte la sintesi dell'arpa segnala che «Nel complesso il 2024 risulta meno negativo rispetto alle annate precedenti, di cui il 2022 e il 2023 hanno rappresentato un estremo in termini di perdite di ghiaccio. Dove è stato possibile misurarlo, l’arretramento è risultato contenuto e la perdita di massa, pur avvenuta, è stata un po' sotto la media trentennale. Numerose instabilità hanno nuovamente interessato l’alta quota piemontese, testimoniando la fragilità degli equilibri dell’ambiente glaciale e periglaciale». 

 

IN 20 ANNI QUASI UN TERZO DI GHIACCIO IN MENO

"Meno negativo" non significa però positivo. Rispetto alla base di partenza assunta per confrontare le misurazioni, però, la tendenza resta chiara. Il punto di riferimento sono la denominazione e la numerazione dei ghiacciai definite ufficialmente dal Comitato Glaciologico Italiano (CGI, http://www.glaciologia.it/i-ghiacciai-italiani/) con i relativi catasti, e in particolare la cartografia 2006-2007. «In questo intervallo di tempo (poco meno di 20 anni, ndr) - calcola Arpa Piemonte -, la superficie glacializzata complessiva in Piemonte è scesa da 30 km2 a 22 km2; su 109 ghiacciai rilevati nel 2006-2007, cinque ghiaccia sono scomparsi e definiti estinti. A causa dell’assottigliamento delle masse glaciali, numerosi altri ghiacciai si sono suddivisi in diversi corpi minori a partire da un unico grande ghiacciaio: il più eclatante è il ghiacciaio di Hohsand (o del Sabbione) settentrionale; l’originario corpo glaciale si è smembrato in cinque unità glaciali distinte, non più collegate fra loro. Attualmente il numero di corpi glaciali distinti è salito così a 161, tra ghiacciai (corpi glaciali caratterizzati da movimento), glacionevati (senza movimento) e masse coperte da detrito».

Cioè il numero dei ghiacciai aumenta, per effetto del fatto che i grandi ghiacciai si riducono al punto da frammentarsi in accumuli più piccoli.

 

LEGAMBIENTE E IL MANIFESTO EUROPEO DEI GHIACCIAI

Il 20 marzo 2025 Legambiente e 60 enti e organizzazioni firmatarie hanno presentato il Manifesto europeo dei ghiacciai. «Dalle vette più alte del mondo per arrivare a quelle europee è sos ghiacciai - ha scritto Legambiente -. I grandi giganti bianchi a causa della crisi climatica e delle alte temperature arretrano di anno in anno e con loro rischiamo di perdere la più grande riserva d’acqua del pianeta».

«Negli ultimi 23 anni, dal 2000 al 2023, secondo gli ultimi studi scientifici, i ghiacciai globali, escludendo le calotte continentali di Antartide e Groenlandia, hanno perso il 5,4% della loro massa, una riduzione pari a circa 6558 miliardi di tonnellate. L’Europa Centrale, con Alpi e Pirenei, risulta essere l’area montana più colpita: qui le montagne si stanno riscaldando a una velocità circa doppia rispetto al resto del mondo e fenomeni come frane e colate detritiche sono in aumento. Un quadro a livello globale preoccupante, con ricadute importanti a valle, sulle comunità locali e sugli ecosistemi, su cui occorre intervenire subito. 

Il Manifesto è stato promosso da CAI (Club Alpino Italiano), CGI (Comitato Glaciologico Italiano), CIPRA Italia (Commissione internazionale per la protezione delle Alpi), EUMA (l’Unione Europea delle Associazioni di Alpinismo, European Union Mountaineering Association) e Legambiente con l'intento di promuovere una governance dei ghiacciai e delle risorse connesse. «Obiettivo implementare azioni comuni per garantire un futuro sostenibile per i ghiacciai e per le comunità che da essi dipendono, il tutto attraverso un’azione partecipata e condivisa tra le aree transfrontaliere che condividono le stesse condizioni geomorfologiche ed unità ecologiche funzionali» dicono i promotori.  «Si stima, ad esempio, che riducendo le emissioni si potrebbero salvare i ghiacciai in 2/3 dei siti del patrimonio mondiale. La sfida è enorme, ma il tempo per agire è ora». 

 

 

DATI SOS GHIACCIAI

 

I dati messi in fila da Legambiente, incrociando diversi studi internazionali, e riassunti nel nuovo dossier dal titolo “Sos ghiacciai: un passato e un futuro da proteggere” che l’associazione ambientalista ha diffuso a supporto del Manifesto europeo e in vista della Giornata mondiale dell’acqua dedicata ai ghiacciai - parlano chiaro: dal 2000 al 2023 la maggiore perdita relativa di ghiaccio si è verificata nelle regioni con una piccola area glaciale (cioè minore di 15.000 km²): Europa centrale (-39%), Caucaso (-35%), Nuova Zelanda (-29%), Asia settentrionale (-23%), Canada occidentale e Stati Uniti (-23%) e i ghiacciai di basse latitudini (-20%). (Fonte The GlaMBIE Team) 

Passando ai ghiacciai alpini, ad oggi si registra la perdita di almeno un terzo della massa e con l’incremento delle temperature previsto entro il 2050 tutti i corpi glaciali al di sotto dei 3500 metri di quota saranno scomparsi. Tra quelli già estinti: c’è il ghiacciaio di Flua in Valsesia, Piemonte (Fonte CGI), mentre quelli del Canin (in Friuli-Venezia Giulia) (Fonte SMAA-CGI) e del Triglav (in Slovenia) sulle Alpi Orientali, si sono ridotti a residui sparsi di neve e ghiaccio. I prossimi destinati a scomparire sono quelli della Marmolada (Fonte SAT-CGI) e dell’Adamello (Fonte SGL-CGI).

Nella foto dell'Archivio Legambiente, la Mer de Glace sul Monte Bianco
Informazione al servizio della comunità e per essere comunità, da sempre questo è lo stile inconfondibile de L'Eco del Chisone.
Vogliamo offrire un giornalismo che sia presidio di cittadinanza e di democrazia, forza trainante per il territorio, strumento per comprendere cosa succede nella nostra società e nel mondo.
Paola Molino