200 Alpini delle Brigate Taurinense e Julia in addestramento a Pian dell'Alpe
È un mercoledì di nebbia fitta in Alta Val Chisone. Raggiungiamo la frazione di Balboutet (nel Comune di Usseaux) e saliamo su un mezzo Bandvagn dell’Esercito, che ci conduce all’accampamento militare di Pian dell’Alpe, dove la Brigata Taurinense e la Brigata Julia (unità dell’Esercito Italiano di Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige) stanno svolgendo l’addestramento di duecento soldati. Grazie al complesso sostegno logistico e all’esperienza degli istruttori, il personale delle due brigate viene addestrato per sviluppare e mantenere capacità di muoversi e combattere in ambiente montano e artico.
«È la prima volta che le truppe della Brigata Julia vengono qua da noi - spiega Andrea Pelliccia, capitano addetto alla pubblica informazione del 3° Reggimento Alpini di Pinerolo -. L’obiettivo di queste esercitazioni eseguite in sinergia è quello di rendere l’addestramento standardizzato affinché le squadre delle due brigate facciano le stesse cose».
Come funziona quindi la preparazione? I militari vengono divisi in squadre da otto uomini ciascuna. «Ogni squadra simula un attacco in condizioni climatiche abbastanza proibitive, in un clima che possiamo considerare a tutti gli effetti sub-artico. Si tratta di un’attività che impegna i nostri uomini per più giorni qua a Pian dell’Alpe» spiega il Capitano Luca Cairoli, comandante della 35ª Compagnia del 3° Reggimento Alpini di Pinerolo.
In cosa consiste l’attacco? «Due uomini della squadra devono staccarsi dagli altri e fare un giro di ricognizione per individuare il nemico. Dopodiché tornano indietro e insieme decidono il percorso da seguire per sparare» spiega il Capitano Andrea Pelliccia.
Una delle principali difficoltà, soprattutto in giornate di nebbia fitta come quella di oggi (mercoledì 19 febbraio 2025), è riuscire a individuare il nemico senza farsi vedere. È anche per questo che l’Esercito Italiano sta incrementando l’utilizzo delle nuove tecnologie applicate in contesti bellici, in particolare dei droni da ricognizione, grazie anche al supporto di operatori qualificati del Sovrano Militare Ordine di Malta. «L’utilizzo dei droni ha una duplice utilità - spiega ancora il Capitano Pelliccia -. Si tratta in primis di addestrare internamente i nostri soldati e, inoltre, permette a quest’ultimi di capire come occultarsi dal nemico».
Dopo due settimane, si è dunque conclusa proprio oggi l’esercitazione “Alabarda d’Acciaio”, svoltasi, otre che a Pian dell’Alpe, presso il polo addestrativo di Baudenasca. Le attività, pianificate e coordinate dal 3° reggimento alpini, hanno visto la partecipazione dei soldati della Brigata “Taurinense”, rappresentati anche dal 2° reggimento alpini, dal reggimento “Nizza” cavalleria (1°) e dal 32° reggimento genio guastatori, e della Brigata “Julia” con il 5°, 7° e 8° reggimento alpini e il 2° reggimento genio guastatori. L’esercitazione ha coinvolto duecento uomini e donne, impiegati giorno e notte nelle attività di addestramento: «Il campo è adibito a ospitare i soldati anche per il pernottamento - prosegue il Capitano Pelliccia -. Ogni giorno vengono addestrate circa dieci squadre da otto uomini, ognuno dei quali, alla sera, viene munito di visori notturni (simili a dei binocoli) da posizionare sopra l’elmetto per eseguire una seconda esercitazione al buio».
A fine stagione, concluso l’addestramento e scioltasi la neve, sarà lo stesso Esercito Italiano a eseguire la pulizia dell’area: «Rispetto ad anni fa, il rilascio di bossoli è stato drasticamente ridotto, grazie ad apposite sacche in grado di raccoglierli nel momento in cui vengono espulsi dall’arma - conclude Pelliccia -. In primavera sarà comunque nostra premura fare un giro di pulizia, grazie ai nostri esperti ambientali».
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Paola Molino