Barge: Piazzetta della Madonna, viaggio in un microcosmo di attività che tornano a vivere

Barge: Piazzetta della Madonna, viaggio in un microcosmo di attività che tornano a vivere
Sabato 7 Dicembre 2024 - 13:00

C’era un tempo in cui, intorno agli anni Sessanta del secolo scorso, la Piazzetta della Madonna (conosciuta semplicemente come “Piazzetta”), era ricca di attività commerciali. Piccoli esercenti, che con il loro lavoro quotidiano riuscivano a dare vita ad una piazza intera. Le persone in età più avanzata e non, ricordano con affetto ed un velo di nostalgia quei personaggi, molti dei quali oggi scomparsi, diventati volti storici di una piccola parte di paese. Dal macellaio detto “Lindu”, al negozio di alimentari di Beppe e Giovanna Marconetto, passando per i due barbieri quasi dirimpettai e il meccanico-ciclista Gino Rossa, punto di ritrovo di molte persone, hanno lasciato un ricordo indelebile a chi ha avuto modo di conoscerli.

Col trascorrere del tempo molte botteghe hanno cessato la propria attività, alcuni negozianti hanno raggiunto l’età pensionistica, senza però trovare qualcuno che fosse intenzionato a rilevare l’esercizio commerciale. Sorte diversa è toccata a chi ha dovuto abbassare le serrande a causa della mancanza di clientela. 

Negli ultimi anni però qualcosa è cambiato, in Piazzetta e nell’immediata intersezione con via Carle Costanzo, si sono trasferiti o hanno aperto i battenti nuovi negozi, ma ce ne sono alcuni, ormai storici, che ogni giorno continuano a portare avanti una tradizione di famiglia, adattandosi alle richieste dei tempi moderni.

Tra questi si può trovare la panetteria “Ribotta”, in attività da 70 anni e ormai arrivata alla terza generazione con Gianluca Ribotta, preceduto dal papà Tommaso e il nonno Giovanni: «La passione di fare il panettiere, o meglio, l’arte della farina, dato che è la base di tutto – spiega Tommaso - mi è stata trasmessa da mio papà Giovanni, che a mia volta ho tramandato a mio figlio Gianluca. Dal 1946 al 1953 mio papà aveva una panetteria a Crissolo, ma quelli erano altri tempi. D’inverno, nei fine settimana preparava il pane, così che mia mamma potesse venderlo per alcuni giorni. Lui, ogni lunedì scendeva la vallata con gli sci per prendere il pullman per andare a lavorare presso l’azienda dolciaria Galup a Pinerolo, dove rimaneva fino al venerdì. Dal 1954 ha spostato la propria attività e ha aperto qui a Barge. In questi settant’anni il commercio del pane è cambiato notevolmente, un tempo se ne mangiava decisamente più rispetto ad oggi. Una famiglia di tre o quattro persone, ad esempio, comprava fino a 2 chili di pane al giorno, mentre adesso una pagnotta si usa più per “pulire il piatto” a fine pasto. Ai giorni nostri, ci sono molte più specialità di pane, ognuno fatto con un tipo di farina differente e bisogna sempre stare al passo con le novità, come fa Gianluca. Noi non ci basiamo sulla quantità, come si faceva un tempo, ma puntiamo sulla qualità del prodotto».

Spostandosi lungo la piazza si arriva ad un altro negozio storico, aperto da più di un secolo, la tabaccheria delle sorelle Rossa, un’attività tramandata dai nonni alle attuali nipoti, Isabella ed Imelda: «I nostri nonni avevano la tabaccheria dal 1918 – spiega Imelda – poi è passata ai nostri genitori, fino ad arrivare a noi. Negli anni abbiamo cercato di evolverci in base alle esigenze del mercato; i nostri genitori vendevano il sale a peso, cosa che oggi si trova ovunque. Abbiamo scelto di concentrarci maggiormente sulla vendita di tabacchi e il gioco del lotto, oltre ad alcuni articoli di profumeria. Sembra strano pensare come in pochi decenni, dal commercio di due o tre sigarette in un sacchetto si sia arrivati alle attuali sigarette elettroniche. Una nota costante che caratterizza il nostro genere commerciale è la disponibilità e la ricerca di prodotti un po’ diversi, che possano richiamare l’attenzione del cliente. Non per ultimo è anche da considerare il servizio che diamo, siamo aperti tutti i giorni, ad orario continuato. Questo però è merito di mia sorella Isabella, la tabaccheria è la sua vita ed è ormai diventata un punto di riferimento». 

Poco più avanti, lungo la centrale via Carle Costanzo si trova ancora un’attività con una forte tradizione familiare alle spalle. Si tratta del negozio “Castagno Abbigliamento”, gestito da Maddalena Fraire, insieme al figlio Paolo e la nipote Elena. Più di sessant’anni fa hanno iniziato a vendere tessuti, guanti e cappelli, poi sono passati alla vendita di abbigliamento prêt à porter: «Il commercio in tutti questi anni è cambiato notevolmente – spiega Paolo – e cambierà ancora. I miei genitori vendevano tessuti e oggetti di accessoristica. Successivamente hanno iniziato a trattare i primi capi già confezionati e anche i jeans, un articolo che non era contemplato nel guardaroba dell’epoca. Al giorno d’oggi, ogni anno è richiesto un cambiamento di targetizzazione dei prodotti e un diverso approccio con la clientela, necessari per riuscire a stare al passo con i tempi».

Le vendite online e i grandi centri di distribuzione mettono sempre più in difficoltà il commercio delle piccole realtà commerciali, che devono essere sempre pronte ad adattarsi a nuove esigenze: «Il fatto di rimanere ancora legati alle tradizioni – prosegue Paolo – come continuare a comprare nei negozi, secondo me è importante se si dà maggiore rilievo all’innovazione e ai marchi. In questo modo viene trasmessa la sensazione ai clienti che un certo prodotto che si può trovare online è presente anche in un negozio di vicinato, con il valore aggiunto di avere un commesso che consigli o suggerisca cosa acquistare».

Oltre alle attività che richiamano un passaggio di consegne tra genitori e figli, vi sono anche nuovi negozi. A tal proposito, sempre in Piazzetta, è il caso di “Amico Verduriere”, gestito dai giovani fratelli bagnolesi Andrea e Matteo Prone. Dall’azienda agricola di famiglia, alla vendita ai mercati, hanno deciso di continuare a commerciare i propri prodotti, ma all’interno di un negozio: «La scelta di aprire una nostra attività – spiega Andrea – è data dal fatto che volevamo provare a smettere di vendere nei mercati in piazza, che però sono stati utili per fare esperienza nel settore. Alla fin dei conti, l’approccio con i clienti in un negozio è molto simile a quello del mercato. Abbiamo individuato fin da subito questa zona, caratterizzata da altre attività alimentari con cui ci saremmo potuti amalgamare bene. Fin dall’inizio i nostri vicini di negozio ci hanno aiutato e dato suggerimenti nelle vendite. Penso che qualsiasi attività commerciale possa incrementare se ci sono altri commercianti con cui si ha un bel rapporto e ci si aiuta a vicenda, come è accaduto nel nostro caso».

Altri negozi hanno permesso che la Piazzetta e la lingua dell’attigua via Carle tornassero a prendere vita, dopo anni in cui i locali commerciali sono rimasti vuoti. Queste sono solo alcune piccole realtà di una specifica zona, che cercano di resistere alle vendite online e alle crescenti aperture di centri commerciali. Sono attività che riescono a far vivere un intero territorio e nonostante la crisi ai clienti rispondono sempre a gran voce "noi ci siamo".

Edoardo Chialvo
Foto Tevino

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