Se vedete cuccioli di capriolo o cervi durante le vostre passeggiate in montagna non toccatelo
Estate,tempo di escursioni in montagna e anche di incontri ravviicinati molto particolari. Non è raro che durante una camminata nell'erba si incontrino ancora dei cuccioli di capriolo o di cervo nati in tarda prmavera. Bellissimi, con gli occhioni grandi grandi che provocano una tenerezza infinta. Non è raro, purtroppo, che l'escursionista, quello magari meno avvezzo a frequentare la montagna, si avivcini al cucciolo immaginandolo abbandonato perchè nelle vicinanze non vede altri aniimali adulti della sua specie. Nulla di più sbagliato, e nocivo per l'animaletto. I cuccioli che stanno accucciati nell'erba alta non sono solitamente abbandonati, ma messi al riparo dalle proprie mamme: il fatto che siano nell'erba alta infatti non è casuale: sono più protetti perchè meno visibili, dall'uomo e dagli altri predatori. La madre non è con lui perchè è in giro a procacciare cibo per nutrirsi e allattare. A volte è solamente nei paraggi e quando vede l'uomo avvicinarsi inizia a correre: anche in questo caso sappiate che non corre per scappare e salvarsi, ma al contrario per attirare l'attenzione su di sè e far allontare il predatore dal suo cucciolo. Tutti i predatori, infatti, catturano le proprie prede in movimento, ce n'è solamente uno che invece cattura gli animali anche fermi: l'essere umano. Il cucciolo quando vede l'uomo rimane immobile, abbassa il musetto, in effetti sembra essere in difficoltà, in realtà è una loro semplice reazione per il motivo che si diceva prima: restano immobili perchè hanno paura e restando immobili sperano di non essere avvicinati.
Il Canc, cioè il Centro Animali non Convenzionali, ovvero l'ospedale convenzionato con l'Università di Scienze Veterinarie di Torino (Grugliasco, Largo Paolo Braccini 2), deputato al soccorso e alla cura anche degli animali selvatici, in questi mesi troppo spesso deve accogliere cuccioli di capriolo e cerbiatti portati da persone che pensando di soccorrerli in realtà li "rapiscono " alle proprie madri. Il problema - ci hannno spiegato al Canc - è che difficlmente questi piccoli si salvano una volta portati via dalle loro mamme: innanzitutto, in attesa di essere portati al Canc, spesso vengono nutriti con latte di vacca: cosa da non fare assolutamente perchè per loro questo tipo di latte non è digeribile e provoca loro pericolose gastrointeriti con diarrea che i medici veterinari faticano poi a far superare. Inoltre è anche difficile convincere i cuccioli a prendere la tettarella con le pappe particolari che preparano al Can perchè non sentono l'odore della madre e obiettivamente è molto diverso dall'essere allattati da lei.
Pertanto, se vedete un cucciolo di ungolato accucciato nell'erba e volte aiutarlo a sopravvivere, non toccatelo e non spostatelo ma lasciatelo dov'è e proseguite per la vostra strada, così la madre, che si trova nei paraggi, può tornare ad accudirlo. In caso contrario l' odore umano può mutare quello del piccolo e la madre, che si è allontanata solo temporaneamente, può non riconoscerlo ed abbandonarlo. Anche in caso di evidenti segnali di malessere, raccomandano al Canc, resta comunque valida la regola di non toccare i piccoli e contattare il Centro al numero 349 4163385, per le verifiche necessarie.
Sul numero in edicola di Eco Extra, monografico e dedicato al mondo animale, un approfondimento sul tema e un'intervista alla direttrice del Canc, professoressa Mitzy Mauthe.
Sofia D'Agostino
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