Pinerolo: «Ci piovono addosso palle da baseball», i residenti di Via Risso formano un comitato di protesta

Pinerolo: «Ci piovono addosso palle da baseball», i residenti di Via Risso formano un comitato di protesta
Giovedì 11 Luglio 2024 - 16:35

Via Risso è una strada secondaria tranquilla immersa nella Tabona: villette a schiera affiancate l'una con l'altra, qualche giardino, zero traffico, poco rumore. Insomma, la zona perfetta se si vuole vivere nella quiete. Di sicuro l'ultimo posto dove ti aspetti sorga un comitato di protesta. Eppure è andata proprio così: da qualche giorno alcuni residenti si sono riuniti e fondato il "Comitato abitanti di Via Risso" con l'intento di «esternare preoccupazioni» in merito all'andamento della convivenza con la vicina polisportiva Tabona, ad oggi sede degli allenamenti e delle partite di baseball della società Blackhorses Pinerolo ASD. Di mezzo ci sono danni alle abitazioni, pali, recinzioni che «ingabbiano le abitazioni» e qualche decibel di troppo.

UNA CONVIVENZA DETERIORATA NEGLI ULTIMI TEMPI
Prima facciamo un passo indietro. La Polisportiva Tabona per diverso tempo è stata utilizzata per allenamenti di calcio e qualche partitella; con il Covid e la pandemia l'area è di fatto andata in disuso fino all'arrivo del softball, sport che non ha mai generato attrito con i residenti delle case che confinano con il campo: «Le palline erano di plastica leggera e, anzi, eravamo contenti che i campi si ripopolassero di bambini e ragazzi impegnati a fare sport» ci dicono. Fin qui tutto bene. Gli attriti sono iniziati ad emergere da quando nel piccolo impianto è subentrato il baseball, che ha trasformato l'area a livello agonistico. «Nel giro di un giorno sono spuntati dal nulla tre enormi pali di 18 metri di altezza, sui confini con le nostre proprietà, senza la nostra autorizzazione e senza che nessuno ci abbia informati o interpellati in merito» segnalano dal comitato. Chiaro il motivo dell'installazione: «tirare su una rete allo scopo di omologare il campo così da ospitare le gare», con un risultato che i residenti definiscono: «Negativo. La rete già ora ci ingabbia nelle nostre stesse proprietà, ne copre la visuale, oscura una parte consistente del cielo (con riduzione dell’efficienza dei pannelli fotovoltaici) e svaluta gli immobili; figuriamoci alzarla a 18 metri». Le lamentele avanzate prima che la rete venisse alzata hanno portato l'associazione sportiva a mantenere il livello della rete nella sua altezza attuale e abbassare i pali a 12 metri, anche se: «I pali sono rimasti: brutti da vedere, abbastanza vicini e pesanti da minacciare le nostre proprietà in caso di caduta» sottolineano gli abitanti. 

UNA QUESTIONE DI SICUREZZA: DUE INCIDENTI IN DUE GARE
A preoccupare è anche la sicurezza. In soli due weekend di gare si sono già verificati due incidenti causati dalle palle da baseball (in legno rivestito di pelle) finite oltre la recinzione e all'interno del perimetro delle case: «Una tegola rotta e un pannello fotovoltaico danneggiato gravemente» è il bilancio; «molte altre palline sono state trovate nei giardini e orti. Se uno di questi bolidi colpisse una persona in testa i danni potrebbero essere fatali». L'obiettivo del comitato è molto semplice e determinato: « Richiamare ad un senso di responsabilità gli adulti responsabili, anche per tutelare i giovani giocatori. Il baseball, sport bellissimo a cui va tutto il nostro appoggio, non può essere praticato in un centro abitato, a ridosso delle abitazioni. Chiediamo quindi al Comune, al sindaco, all'assessore allo Sport e ai Lavori pubblici di prendere una posizione netta a tutela di noi cittadini». Con la speranza: «Che non sia necessario aspettare l'avvenimento di un brutto incidente prima che le istituzioni si muovano». 

 

Nella foto di Dario Costantino, una delle palle da baseball finite nel giardino di una casa adiacente al campo

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Paola Molino