La cataratta e il ruolo della chirurgia: i consigli del centro Affidea Promea di Torino
Si tratta di una patologia molto diffusa, al terzo posto fra le cause di disabilità negli anziani: ne abbiamo parlato con il dottor Francesco Mele
Che cos’è la cataratta e qual è il ruolo della chirurgia? Parliamo di una patologia visiva molto diffusa, al terzo posto fra le cause di disabilità fra gli anziani, dopo artrite e malattie del cuore. I dati lo confermano: ne soffre il 50% della popolazione fra i 65 e i 74 anni e il 70% degli over 75. Ma si tratta di un disturbo che può colpire anche i giovani. Ne abbiamo parlato con il dottor Francesco Mele, responsabile dell’Unità Oculistica del centro Affidea Promea di Torino.
Cos’è la cataratta e cosa succede alla vista del paziente affetto da questa patologia?
La cataratta è una patologia che consiste nell’opacizzazione del cristallino, una minuscola lente che si trova all’interno dell’occhio. Questa rappresenta, insieme alla cornea, che è l’altra lente principale, l’obiettivo della “macchina fotografica occhio". Serve per mandare a fuoco l’immagine sulla retina, che è la nostra “pellicola”. L’opacizzazione di questa lente produce una sintomatologia caratteristica, in relazione alla localizzazione, all’estensione e al grado dell’opacità. La sintomatologia può consistere in annebbiamento, miopizzazione, aloni visivi, calo visivo, abbagliamento visivo, a seconda delle forme.
Esistono cause o fattori di rischio che possono portare a questa patologia?
La causa principale è data dall’età, parliamo infatti di cataratta senile. Ma si riscontra a qualsiasi età: possiamo avere cataratte congenite anche nei bambini, cataratte traumatiche in seguito a traumi contusivi o perforanti, cataratte dismetaboliche, come quelle diabetiche, o da farmaci, da cortisone, da ultravioletti. Insomma, ci sono diverse cause, ma la più frequente è legata all’età.
Come si arriva alla diagnosi di cataratta?
Spesso è casuale: il paziente arriva in studio per cambiare gli occhiali, perché non ci vede bene. In realtà c’è una patologia alla base di ciò. Oppure ci si arriva perché il paziente lamenta i sintomi che ho elencato in precedenza.
Come si può trattare questo disturbo?
Non abbiamo a disposizione valide cure mediche, farmacologiche, quindi la terapia è essenzialmente chirurgica. L’intervento ha avuto un’evoluzione eccezionale negli ultimi decenni: siamo passati da un ricovero di quindici giorni ad un intervento di tipo ambulatoriale, da un’anestesia di tipo generale ad un’anestesia prima locale e adesso topica, instillando soltanto goccine di collirio anestetico. Siamo passati da un recupero visivo molto scadente, ad un recupero funzionale molto maggiore, con interventi che anche dal punto di vista refrattivo hanno assunto importanza notevole, passando inoltre da un taglio di 12 mm ad uno di 2 mm circa.
Cosa comunica al paziente che dovrà sottoporsi all’intervento? Che succede in sala operatoria?
Dirò che l’anestesia è topica e quindi mi servirà la sua collaborazione: dovrà stare fermo, guardare dritto verso le lucine del microscopio, non fare movimenti bruschi. Spiego poi le aspettative visive e quali saranno i tempi di recupero. Le moderne tecniche, se gestite da un chirurgo esperto, danno risultati ottimi, con una bassissima incidenza di complicanze. E’ importante operare prima che la cataratta sia troppo evoluta, perché in questi casi può diventare dura, la visibilità può essere ridotta per il chirurgo e quindi si può andare incontro a complicazioni.
Informazioni e contatti
Per maggiori informazioni è possibile consultare questa pagina del sito Affidea, scrivere a [email protected] o chiamare lo 011.6640800. Il centro medico si trova a Torino, in via Menabrea 14 ed è aperto da lunedì a venerdì con orario continuato, dalle 8 alle 18, il sabato dalle 8 alle 12.
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