Agitazione davanti alla Raspini: i lavoratori chiedono lo stop al sistema degli appalti
E’ l’ennesima giornata di agitazione davanti ai cancelli dell’azienda di salumi Raspini di Scalenghe. I lavoratori di una società che opera in appalto all’interno della Raspini, Adecco Professional Solution, svolgendo uno dei processi che porta alla produzione del prodotto finito, sono tornati a scioperare e a mobilitarsi con striscioni. La mobilitazione è iniziata martedì 4 all’alba.
I lavoratori chiedono l’assunzione diretta da parte di Raspini, un aumento di salario di 200 euro netti mensili e il ritiro del licenziamento di due lavoratori iscritti al sindacato SiCobas.
Il licenziamento, dicono i lavoratori, <<è l’apice della continua attività antisindacale di Adecco e Raspini , da quando un anno e mezzo fa gli operai in appalto sono riusciti ad eliminare supersfruttamento, lavoro grigio e salari da fame>>. Un anno e mezzo, in seguito alle proteste, i lavoratori avevano ottenuto l’allontanamento della cooperativa in appalto e la sua sostituzione con Adecco Professional Solutions.
Sul posto sono presenti anche una ventina di carabinieri in tenuta antisommossa e tre camionette che stazionano all’interno dell’azienda. Nella serata di ieri i carabinieri hanno cercato di spostare i lavoratori che si erano sdraiati davanti ai cancelli di Raspini, formando una catena umana per impedire ai mezzi di accedere ai magazzini. Alcuni dei manifestanti sono stati trascinati a forza e ci sono stati alcuni momenti di tensione con le forze dell’ordine.
Raspini in occasione delle passate proteste ha sempre allontanato la responsabilità delle proteste specificando che i lavoratori sono assunti da Adecco. E’ però un dato di fatto che operino all’interno del suo stabilimento come parte del processo e che le loro richieste siano rivolte direttamente alla Raspini.
Foto Bussolino
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Paola Molino