Mulino di Riva: esempio di spreco del denaro pubblico
Alla fine la Città Metropolitana alzerà bandiera bianca e restituirà il Mulino di Riva alla Città di Pinerolo, rinunciando al comodato trentennale stipulato nel 2002. Inutile insistere, perché il rudere di cui la Giunta Barbero si liberò (abbattuto e ricostruito su progetto dell'architetto Attilio Fornero a spese della Provincia), si trasformò in un'occasione perduta. Il luminoso edificio con vista sul Monviso rinunciò presto a proporsi vetrina enogastronomica delle Valli in vista delle Olimpiadi 2006, per imboccare sull'abbrivio di quel primo fallimento una china senza ritorno. In assenza di idee, si arrivò al flop della Bosio Catering, che pagò a caro prezzo il tentativo di farlo ristorante e punto vendita delle tipicità del Paniere. Dopo lungo oblio, si giunse all'aggiudicazione, nel 2015, al giovane titolare del Kovo di Sestriere che, scoraggiato, si fece da parte prima di arrivare all'apertura. Per la verità né il Comune né la Provincia che pure ne acquisì il possesso hanno mai realmente creduto nelle potenzialità di una struttura logisticamente disagiata, priva di posteggio dedicato e raggiungibile unicamente da strada Motta Sanctus. La struttura, in posizione defilata, di diffcile accesso, senza posteggi adeguati, oggi risultas inutilizzata e in semi abbandono.Vedremo se il Comune riuscirà a fare meglio della Città metropolitana.
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Paola Molino