Eliski: l'appello dell'Uncem per una normativa armonizzata sull'arco alpino
Dopo la tragedia avvenuta stamattina sulle montagne della val Thuras, e in generale dopo un anno particolarmente tragico nelle aree montane, l'Uncem (Unione dei Comuni e degli enti montani) è tra i primi a invitare tutti alla massima attenzione alle indicazioni degli esperti e delle associazioni e a evitare fuoripista.
L'uncem esprime anche «profondo cordoglio per le persone che hanno perso la vita travolte da una slavina oggi a Cesana Torinese. Un bilancio gravissimo in un anno funestato da molti, troppi, incidenti, causati da un improvvido rapporto con la montagna, unito probabilmente a una sottovalutazione dei rischi».
Piste ancora affollate, temperature in innalzamento e relativo stato della neve fuori pista rendono questo periodo particolarmente delicato e carico di rischi. «Non spetta certamente a Uncem attribuire responsabilità, neppure dopo questo ennesimo incidente - comunica Uncem - ma lo ripetiamo da anni: la montagna non è un parco giochi, non è l’appendice ludica della città, non va sottovalutata per conformazione, necessità, rischi, condizioni».
Pur riconoscendo che l’economia della neve in un distretto alpino come quello delle montagne olimpiche è fondamentale e ha numeri che sfidano la crisi, in crescita, Uncem pone l'accento in particolare su «un uso improprio di diversi mezzi tecnici il cui impiego dovrà essere opportunamente normato e rianalizzato alla luce di queste tragedie. Sull’eliski il dibattito tra favorevoli e contrari prosegue da diversi anni, è stato condotto anche di fronte alla giustizia amministrativa con ricorsi e controricorsi sulle leggi. Vi è inoltre uno stato diverso di uso nelle regioni italiane. Serve un’armonizzazione nelle politiche per la montagna a livello nazionale, intellettualmente onesto e collegato a quanto avviene in Europa lungo tutto l’arco alpino».
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Paola Molino